TEATRO SAN BABILA
DAL 7 AL 16 NOVEMBRE
TI HO SPOSATO PER ALLEGRIA
di Natalia Ginzburg
con CHIARA FRANCINI EMANUELE SALCE
e con ANITA BARTOLUCCI, GIULIA WEBER, VALENTINA VIRANDO
regia Piero Maccarinelli
scena Paola Comencini
costumi Sandra Cardini
disegno luci Gianni Staropoli
“Dov’è il mio cappello?”. Ti ho sposato per allegria comincia così. Comincia, sembra di capire, da un sorriso sfrontato e ironico dinnanzi all’impossibile. C’è un’impossibile famigliola, con tanto di suocera, cognatina, e governante, tutti insieme a fare il teatrino delle proprie parti, dentro a un gioco di parodia che (segretamente) gioca con l’impossibile vocazione drammaturgia dell’autrice. Questo star sul filo (di seta, elegante e fragile) doveva essere il brivido preferito della Ginzburg che sfida tutte le regole della buona scrittura drammatica inventandosi un teatro delle assurdità che tuttavia non rassomiglia – né tecnicamente, né ideologicamente – al greve teatro dell’assurdo, di marca comunque e sempre maschile ed esistenzialista. Approda a una forma apparentemente impropria (i monologhi fiume, divertentissimi, e all’apparenza teatralmente impossibili) provocatoriamente, o meglio, sfrontatamente fragile e tuttavia, là dove pare disfarsi in frivolezza, farsi irresistibile. Al centro di Ti ho sposato per allegria c’è appunto una ragazzina in pericolo che si è fatto donna e ha deciso, come si conviene ad una donna, che era tempo di sposarsi. L’uomo che la sposerà avrà fatto un pensiero simile, forse, ma da un’altra prospettiva: la prospettiva adulta. Gli uomini nel teatro della Ginzburg mi pare siano tutti molto adulti. Ciò non impedisce loro di essere insensati, anzi, ma lo sono dalla prospettiva comicamente più greve di chi ragiona – o ci prova – sul senso della propria vita ricercando somiglianze: coi propri simili adulti normali. Le ragazze della Ginzburg, invece, soffrono e splendono d’una vocazione per l’originalità, propria e altrui. La ragazza e l’uomo si vedono e poco dopo si sposano. Un matrimonio fatto per allegria. Ma poi il matrimonio si fa famiglia e con essa arrivano le regole, una delle quali è che bisogna essere uguali a tutte le altre famiglie. Nasce il gioco (divertentissimo e insieme triste) della “casa”. E con esso, per uguale allegria, la Ginzburg fa nascere il gioco del suo teatro.
Chiara Francini nella parte di Giuliana
Emanuele Salce nella parte di Pietro
Anita Bartolucci nella parte della madre
Giulia Weber nella parte di Vittoria
Valentina Virando nella parte di Ginestra
Le note di regia
Natalia Ginzburg è una delle più raffinate e a acute scrittrici italiane degli ultimi anni. La sua lingua, secca, essenziale, talora tagliente, con il suo gusto e gioco della ripetizione, risulta una delle più interessanti nel panorama della scrittura teatrale. Inoltre il suo tema d’elezione “la famiglia” affrontata nei suoi romanzi e nel suo teatro, è un tema che per anni ho seguito come direttore artistico di Artisti Riuniti e come regista. Mi ha sempre interessato ogni declinazione del tema familiare. Inevitabile quindi l’incontro con questo testo propostomi da Roberto Toni. Giuliana e Pietro sono una famiglia, giovane e strana, attorno a cui ruotano le figure familiari della madre di Giuliana, solo evocata, e della madre e della sorella di Pietro. Il padre, il maschio, è assente. Un solo uomo, Pietro, e quattro donne, il maschio è già stato disarcionato dalla Ginzburg dal suo piedistallo nella prima metà degli anni Sessanta. E’ il femminile che interessa l’autrice, la figura della madre “che si dà pena” e quella della probabile futura madre, Giuliana “un giorno sarà madre anche lei?” chiede la madre a Giuliana. L’autrice vuole parlarci di Giuliana, della donna, delle sue amiche Topazia ed Elena, l’ottimista e la pessimista, della leggerezza del femminile, della sua vitale importanza. Il maschio vive di luce riflessa, Pietro è in questo quadro perché ha sposato Giuliana “per allegria”. Insomma si declinano i diversi modelli femminili, le molteplici possibilità di essere donna. Giuliana passa in punta di piedi nella vita, sfiorandola con grazia: ma non è una farfalla, non ha il pungiglione, quindi non è nemmeno una vespa. E’ graziosa e porta allegria, il suo pensiero è liquido, il suo apparente saltare “di palo in foglia” o “di palo in frasca” trova degli argini di improvvise profondità. Sorprende per la sua grazia e la sua allegria, ma anche per il suo modo di affrontare la vita e i suoi valori. Vive nel presente, il suo futuro e il suo passato sono per lei meno interessanti e lo diventano inevitabilmente anche per noi, disponibili a farci trascinare dal suo transitare fra emozioni e vita. Testo atemporale per eccellenza, non ha bisogno di essere trasportato all’oggi. Perché è già oggi. Anche se scritto negli anni Sessanta, forse gli ultimi anni in cui una generazione di scrittori e intellettuali ha saputo proiettare ombre di preveggenza su questi nostri anni più poveri e grigi. Il testo ha bisogno di interpreti “leggeri”, ma capaci di improvvise profondità, e mi sembra che li abbiamo trovati.
Piero Maccarinelli
ESTRATTI DI RECENSIONI
“… Gran parte del merito va agli interpreti: la madre….che è Anita Bartolucci; Pietro che è l’impeccabile
Emanuele Salce (ricordo che il padre ne trasse un film con Monica Vitti); e in specie Chiara Francini, attrice
di una vitalità irrefrenabile sia nella gestualità sia nella vocalità.” Franco Cordelli – Corriere della Sera –
22.01.2014
“Diverte Ti ho sposato per allegria, primo testo teatrale della scrittrice, oggi ben interpretato da Chiara
Francini ed Emanuele Salce” Domenico Rigotti – Avvenire – 10/01/2014
Biglietti
da euro 22 a euro 27,50 – Abbonamenti a 10 spettacoli da euro 160 a euro 230
presso il Teatro San Babila Telefono 02 798010 – Corso Venezia 2/A – 20121 Milano – www.teatrosanbabilamilano.it
Spettacoli
martedì, giovedì, venerdì, sabato ore 20.30
mercoledì e domenica ore 15.30
riposo: lunedì
Orari Biglietteria
dal martedì al sabato
dalle ore 10.00 alle ore 17.00
nei giorni in cui c’è spettacolo serale
la biglietteria è aperta anche un’ora prima dello spettacolo
domenica
dalle ore 14.30 alle ore 17.00
riposo: lunedì
Parcheggio Convenzionato
PARCHEGGIO PIAZZA MEDA BEST IN PARKING
Piazza Meda, 2/A – 20121 Milano
Tariffa forfait di € 5,00 nella fascia serale dalle 19.30 alle 01.00
ed in quella pomeridiana dalle 14.30 alle 18.30
