Paint Me Sculpturly | Artopia Gallery

 
Paint Me Sculpturly 
Group Show 
Martha Clippinger, Magnus Pettersen, Carolyn Salas e Jelena Tomasevic 
a cura di Boshko Boskovic. 
 
 
21 Marzo – 9 Maggio 2014 
Mart – Ven 15.00-19.00 
 
Artopia Gallery 
Via Lazzaro Papi, 2 
20135 Milano 
 
 
Artopia Gallery è lieta di presentare Paint Me Sculpturly, una mostra collettiva che riunisce opere di 
Martha Clippinger, Magnus Pettersen, Carolyn Salas e Jelena Tomasevic, a cura di Boshko 
Boskovic. 
 
Seppur divergenti per presentazione, pratica e medium espressivi, gli artisti condividono un 
costante interesse per una pittura fuori di sé, che altera le nostre aspettative visive conducendoci 
in uno spazio in cui il confine tra pittura e scultura perde la sua ragion d’essere. 
L’ambiguità delle opere selezionate deriva da una visione specifica del dipinto, che non è definita 
dal suo essere un’ immagine, ma dal suo apparire come una superficie o un rilievo: utilizzando una 
vasta gamma di materiali e fondali gli artisti, a tutti i livelli, hanno formalizzato questa riflessione. 
Legno, metallo, cemento e parti di opere smontate sono ricombinati e messi in relazione gli uni con 
gli altri secondo strategie che non sono né puramente pittoriche né scultoree. Da un punto di vista 
storico e formale, gli artisti sono impegnati in una stratificazione di costruzioni che derivano 
direttamente dal corpus delle loro opere, ponendosi come obiettivo la valorizzazione del processo 
di creazione artistica. Le loro pratiche artistiche dialogano inoltre con la storia della pittura e della 
scultura, impiegando in modo giocoso svariati lessici formali, dall’Avanguardia Russa al 
Minimalismo. 
Martha Clippinger coniuga le imperfezioni intrinseche dei suoi materiali per creare opere ricche di 
colore e dalla qualità ruvida, quasi sgrezzata, caratterizzate da un’estetica dell’improvvisazione. Le 
sue costruzioni, composte di geometrie eccentriche e simmetrie irregolari, sono modeste quanto a 
proporzioni, ma occupano uno spazio che ne oltrepassa la dimensione fisica. L’artista gioca con 
l’architettura per realizzare installazioni fuori dal comune che richiedono allo spettatore una 
partecipazione attiva: attraverso il processo d’intuizione del fare artistico e lo scontro con quello dei 
visitatori, Clippinger esplora le modalità di percezione e sensazione. 
In vivace dialogo con il Costruttivismo sovietico e altri movimenti d’avanguardia, che fondono arte 
e design con intenti idealistici, Magnus Pettersen costruisce semplici forme in calcestruzzo che 
possono essere assemblate e smontate a piacimento, realizzando il perfetto connubio tra forma e 
funzione. Iniettando colori brillanti nel freddo e pesante calcestruzzo, l’artista reintroduce la 
soggettività, la casualità e la decorazione nella sua arte, privilegiando gli aspetti empirici della 
texture, dei colori e dei materiali contro i diktat puristi e anti-decorativi del modernismo. 
Lavorando con cemento, ceramica, resina da scultura e vetroresina Carolyn Salas seleziona e 
produce materiali per creare opere che non sono unicamente dipinto, scultura o installazione ma 
incarnano aspetti di tutti e tre i mezzi espressivi. I suoi dipinti su scala ridotta combinano pigmenti 
di colore, cemento e gesso. Sul suo lavoro l’artista scrive: “con laborioso mestiere ed un tocco di 
artigianalità, sono esposte le imperfezioni e le qualità umane degli oneri, dei fallimenti e delle 
conquiste del nostro quotidiano.” 
La nuova serie di dipinti di Jelena Tomasevic è costituita da un gruppo di opere eseguite su 
acciaio. Riflettendo sull’assurdo, sulla violenza, sulla solitudine e sull’alienazione, l’artista 
rappresenta scene frammentate in una sequenza non lineare su uno sfondo completamente 
bianco realizzato mediante una speciale tecnica pittorica. La gran parte dei personaggi non ha 
alcuna espressione facciale: una metafora dell’apatia umana, in correlazione con il modo di vivere 
proprio della nostra ipercompetitiva società dei consumi. La sua ispirazione scaturisce dalla sua 
vasta collezione di fotografie provenienti da varie fonti, quali riviste di moda, archivi personali e 
scatti casuali di vedute. La sua visione pittoricamente periferica degli atti del genere umano agisce 
come una sorgente di memoria, richiamando alla mente quanto vi è di comico, insensato, sensuale 
e brutale. 
 
 
 
Artopia Gallery 
Via Lazzaro Papi, 2 
20135 Milano 
T 02 5460582 
artopiagallery@gmail.com 
www.artopiagallery.net