Angiolo D'Andrea. La riscoperta di un maestro tra Simbolismo e Novecento
Milano, Palazzo Morando, via Sant'Andrea,6
dall'8 novembre 2012 al 17 febbraio 2013
Un artista fecondo nella Milano dei primi decenni del Novecento

L'esposizione Angiolo D'Andrea. La riscoperta di un maestro tra Simbolismo e Novecento, prodotta da Fondazione Bracco in collaborazione con il Comune di Milano e Skira Editore, curata da Luciano Caramel e allestita nelle sale del Museo di Milano, in Palazzo Morando Attendolo Bolognini, vuole richiamare l'attenzione sul valore formale, estetico e poetico dell'opera di questo artista poco conosciuto, protagonista della vivace stagione artistica milanese dei primi decenni del Novecento, radunando circa centoquaranta opere tra dipinti, disegni e decorazioni di architettura, eseguite tra il 1900 e il 1930.
La decisione di dedicargli una prima, ricca retrospettiva nasce dal recente recupero del fondo di dipinti di proprietà della famiglia e della Fondazione Bracco e dall'immediato, entusiasta sostegno offerto dal Comune di Milano, nella reciproca volontà di portare alla conoscenza dei milanesi un artista di grande spessore e trasversali capacità espressive. "La mostra su Angiolo D'Andrea – dichiara Giuliano Pisapia – restituisce al pubblico un artista ingiustamente dimenticato, che ha lasciato a Milano un segno creativo originale e suggestivo". Diana Bacco, ricordando il ruolo fondamentale del nonno Elio nel "salvataggio" delle opere di D'Andrea, afferma: "Realizzare questa mostra oggi, a distanza di settanta anni esatti dalla morte dell'Artista e in concomitanza con l'85° anniversario della nascita del Gruppo Bracco, ci è sembrata un'iniziativa particolarmente significativa e – in un certo senso – "dovuta": sia nei confronti di mio Nonno e del suo impegno, in veste di imprenditore e mecenate, sia nei confronti di Angiolo D'Andrea, un artista italiano che merita di essere riscoperto in tutto il suo valore".
La storia della collezione è semplice e toccante: questo cospicuo numero di lavori si trova nello studio di D'Andrea quando, per ragioni di salute, l'artista è costretto a ritornare nel paese natale, Rauscedo, in Friuli; le opere sono catalogate dall'amico scultore Riccardo Fontana, che si occupa di trovare un collezionista disposto ad acquistare i quadri in blocco. L'acquirente viene individuato nel commendator Elio Bracco di Milano, industriale farmaceutico, che, dopo una visita nello studio del pittore, e due giorni dopo la morte di questi, profondamente convinto del valore dell'artista, accetta di concludere la transazione, consentendo di preservare unita una parte rilevante della produzione di D'Andrea. Nel 1947 Bracco scrive di voler organizzare, dopo aver preparato un catalogo generale delle opere, una mostra postuma di D'Andrea a Milano, senza purtroppo arrivare alla realizzazione del suo sogno.
Questo auspicio si realizza ora, e l'esposizione originariamente pensata si arricchisce di quindici opere di provenienza museale: quattro dipinti dal medesimo Museo di Milano in Palazzo Morando, che ospita la mostra; due dal Museo del 900 di Milano; uno dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza; otto disegni dal Mart di Rovereto.
Il criterio espositivo segue l'ordine cronologico delle opere, fondamentale per sviscerare i cambiamenti avvenuti nell'arco di un quarantennio nella personalità artistica di Angiolo D'Andrea. All'interno del percorso sono state inoltre individuate diverse sezioni tematiche: le prime riguardano il lavoro di D'Andrea come disegnatore, illustratore e autore di pitture nell'architettura dagli esordi nel 1900 sino al 1938. Vi troviamo alcune pagine della rivista Arte italiana decorativa e industriale diretta da Camillo Boito e illustrate con grande perizia tecnica da D'Andrea, soprattutto le bellissime tavole di dettagli in cui si era specializzato; pregiati disegni su tavola o acquerello di luoghi storici milanesi come S.Ambrogio, il Duomo, l'Ospedale Maggiore, Porta Romana; e ancora tavole dedicate all'architettura di vari luoghi italiani e viceversa le sue realizzazioni pittoriche per luoghi architettonici come i cinque cartoni eseguiti per le vetrate dell'abside della Chiesa e le due vetrate del Pantheon (la sala dei Benefattori) dell'Ospedale Niguarda.
Segue la sezione Tra simbolismo e divisionismo 1910-
Il catalogo della mostra, a cura di Luciano Caramel, con saggi del curatore, di Kevin MacManus e di Stefano Aloisi è edito da Skira, che contribuisce alla produzione e organizzazione della mostra. L'allestimento, progettato da Luca Rolla e Alberto Bertini, disegna una superficie continua che rimodella gli spazi del palazzo e accompagna il visitatore lungo il percorso espositivo.
Appuntamento dunque a Palazzo Morando, per scoprire – o riscoprire – un artista versatile e fecondo, che ha lasciato un segno di grande qualità nella pittura e nell'architettura dei primi decenni del Novecento milanese e lombardo.
Angiolo D'Andrea. Una breve biografia
Angiolo D’Andrea nasce a Rauscedo, in Friuli, il 24 agosto 1880. Mancano documenti sulla sua formazione artistica. Il primo dato certo è la presenza come illustratore, dal 1900, sulle pagine di «Arte italiana decorativa e industriale», rivista diretta da Camillo Boito, a cui l’artista collabora fino al 1905, inclusi gli anni 1902-1903, quando è militare di leva a Napoli. Nel 1906 si trasferisce stabilmente a Milano, dove esordisce nel 1907 nell’Esposizione di Primavera della Permanente. Tra quell'anno e il 1911 è incluso nel repertorio pubblicato nel periodico «Modelli d’arte decorativa» con lavori connessi a diversi settori dell’arte applicata. È però nella decorazione architettonica che, fin dal 1910, D’Andrea trova importanti riconoscimenti, collaborando col grande architetto Giulio Ulisse Arata.
Nel 1915 è in Sicilia, dove torna nel 1918, e forse anche in altre date, dopo il biennio 1916-
Dalla seconda metà degli anni Venti, la presenza pubblica di D’Andrea va sempre più diradandosi, forse, tra l'altro, per il vincente clima del Novecento, dall'artista non condiviso. Unico evento di rilievo, la realizzazione nel 1938 di due vetrate per il Pantheon (Sala dei Benefattori) del nuovo Ospedale di Niguarda. Nel dicembre
DIDASCALIE IMMAGINI
1. Autoritratto con tavolozza
tavola, 100×60 cm
Collezione Bracco, Milano
Sez. 2a e 2b. L'architettura e la scultura nella pittura
12. Il pulpito di S Ambrogio di Milano
tavola, 12×18 cm
Collezione eredi D’Andrea, Rauscedo (PN)