MAMbo – “Marcel Broodthaers. L’espace de l’écriture” – Bologna

Marcel Broodthaers. L’espace de l’écriture

A cura di Gloria Moure

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

26 gennaio – 6 maggio 2012

 

Il percorso di Marcel Broodthaers deve intendersi in termini di margini e frontiere,

nel senso che la sua azione inquisitiva e poetica allo stesso tempo sonda

continuamente i possibili limiti configurativi che tendono a segnarlo in ogni momento.

Gloria Moure

Che si faccia chiamare arte installativa o critica istituzionale,

la diffusione internazionale dell’installazione multimediale è diventata comune.

Dichiarando trionfalmente che viviamo in un’era postmediale,

la condizione postmediale di questa forma d’arte traccia il proprio lignaggio, di certo,

non tanto a partire da Joseph Kosuth ma da Marcel Broodthaers.

Rosalind Krauss

Con la precisa chiaroveggenza del materialista,

Broodthaers, fin dalla metà degli anni Sessanta, ha anticipato la completa

trasformazione della produzione artistica in un settore dell’industria culturale,

un fenomeno che riconosciamo soltanto adesso.

Benjamin Buchloh

Dal 26 gennaio al 6 maggio 2012 il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

è lieto di presentare Marcel Broodthaers. L’espace de l’écriture, la prima

retrospettiva completa in Italia dedicata all’artista belga, a cura di Gloria

Moure.

Marcel Broodthaers è una delle figure più rivoluzionarie e influenti nell’arte

del Novecento, ancora oggi imprescindibile per comprendere lo sviluppo delle

ricerche artistiche e teoriche degli ultimi decenni. La sua critica costruttiva e

ironica verso il sistema dell’arte come specifico sistema ideologico e il ruolo

politico dell’artista nella società ha posto questioni sempre più centrali nel

dibattito critico internazionale, rivelando l’attualità stringente delle sue

sperimentazioni tese a esplorare e ridefinire il significato della creazione

artistica.

Dal 1976, anno della sua morte, alcune sue esposizioni si sono susseguite

nelle più importanti istituzioni museali internazionali come la Tate Gallery di

Londra, il Walker Art Center di Minneapolis, il Museo Nacional Centro de Arte

Reina Sofià di Madrid e il Jeu de Paume di Parigi, mentre recentemente

l’importanza della sua opera è stata testimoniata dall’apertura di una sala

specificamente dedicata dal Museum of Modern Art di New York.

La mostra con cui il MAMbo rende omaggio al genio di Marcel Broodthaers

valorizza nella sua complessità e nella sua estensione un percorso artistico

sviluppatosi nel corso di una straordinaria carriera durata soli 12 anni dal 1964

al 1976. Marcel Broodthaers. L’espace de l’écriture introduce per la prima

volta al pubblico italiano un’ampia selezione di circa cinquanta lavori

provenienti da prestigiose istituzioni internazionali, tra cui l’Hamburger

Bahnhof Museum di Berlino, lo SMAK di Gand, il MACBA Museo di Arte

Contemporanea di Barcellona e la Caldic Collectie di Rotterdam, che

documentano i temi principali della poetica dell’artista: il rapporto tra arte e

linguaggio, lo status dell’opera d’arte, la critica del museo come dispositivo e

idea.

Il progetto curatoriale dell’esposizione intende verificare come la relazione

tra immagine, oggetto e parola costituisca il tema centrale e costante della

ricerca di Marcel Broodthaers e ne abbia fortemente condizionato tutto il

processo creativo. Le sue idee originali su come l’opera d’arte si identifichi

con la riflessione su se stessa e su come il sistema sociale ed economico

dell’arte agisca come contesto di creazione e legittimazione influenzando la

percezione del pubblico, non possono essere comprese in tutta la loro

profondità se non in relazione alla sua ventennale attività di poeta e alla

successiva decisione di estendere la vocazione letteraria nell’intraprendere il

nuovo corso della carriera di artista nel 1964.

Le opere in mostra – oggetti, stampe fotografiche, incisioni, diapositive,

edizioni, libri, film -, realizzate tra il 1968 e il 1975, disegnano un concetto

espositivo coerente con questa chiave di lettura e vengono esposte in

rapporto a ciascuno dei diversi momenti in cui si articola il percorso della

mostra: La spazializzazione della poesia; L’oggetto e la sua immagine; Le

Musée d’Art Moderne; “Décor”: la mostra.

Sono inoltre presenti le sale realizzate da Broodthaers per la mostra L’Eloge

du Sujet, allestita nel 1974, il celebre Un Jardin d’Hiver II e La Salle Blanche,

presentata alla sua ultima mostra al Musée d’Art Moderne di Parigi nel 1975.

Nell’apparente slittamento di Marcel Broodthaers dalla disciplina della poesia

verso quella dell’arte, si rivela già essenziale, e decisivo per le successive

traiettorie del suo lavoro, l’interesse verso il funzionamento del linguaggio,

verbale e visivo, che egli eredita dai suoi maestri ideali Stéphane Mallarmé e

René Magritte.

É proprio quest’ultimo nel 1946 a regalare al giovane poeta Broodthaers una

copia dell’ultima opera di Mallarmé Un Coup de Dés (Un Tiro di Dadi), un testo

visivamente e concettualmente rivoluzionario, costituito da un’unica lunga

scrittura senza punteggiatura in cui le parole sono distribuite

apparentemente a caso sulle pagine, composte in caratteri e in corpi

differenti e circondate da diversi margini di bianco.

L’azzeramento del tradizionale concetto di spazio che Mallarmé compie con

questa opera agisce come una folgorazione sul percorso artistico di Marcel

Broodthaers, portandolo a sublimare il debito dichiarato di ispirazione con la

pubblicazione nel 1969 di un libro con lo stesso titolo e l’identica veste

tipografica di copertina, ma lui stesso come autore e un diverso sottotitolo.

Laddove Mallarmé scrive “Poème” dopo il lungo titolo, Broodthaers scrive

“Image”. Nella trasfigurazione di Broodthaers, invece delle parole, sono righe

e blocchi tipografici neri a tradurre il verbo in struttura visuale, evidenziando

le possibilità figurative della loro spazialità nella pagina.

La mostra prende avvio dai suoi primi espliciti atti d’artista compiuti nella

seconda metà degli anni Sessanta, per proseguire nell’analisi della sua

ricerca successiva in cui Broodthaers amplia progressivamente l’indagine

sulla relazione tra segno e contenuto, tra significante e significato, tra verità

e inganno, fino a creare sistemi complessi di segni che sfuggono a una

interpretazione univoca, come nel suo “Musée de Art Moderne” e nei

successivi “Décors”, veri e propri allestimenti cinematografici basati

sull’accostamento di oggetti discrepanti e simili in uno stesso spazio, capaci

di creare un poema dalle tonalità variabili.

Attraverso un processo di esorbitazione dal segno della scrittura che lo

specifico poetico compie per divenire spazio, Marcel Broodthaers consegna

al linguaggio la stessa forza simbolica dell’immagine. La sua opera può

essere vista come un atlante di parole, un alfabeto visivo unico in cui le

combinazioni di testi e immagini dissolvono il significato convenzionale dei

linguaggi per interrogarsi sulle condizioni di accadimento delle opere d’arte.

In occasione della mostra viene stampato per le Edizioni MAMbo un Instant

Book contenente un ampio testo della curatrice Gloria Moure e le prefazioni di

Gianfranco Maraniello e Maria Gilissen Broodthaers, corredato da un ampio

apparato iconografico.

Durante l’intero periodo di apertura della mostra il Dipartimento educativo

MAMbo propone visite guidate ogni domenica alle h 17.00. Ingresso € 4 a

persona più ingresso in mostra (€ 6 intero, € 4 ridotto), minimo 6 max 30

persone. Per info e prenotazioni: tel. +39 051 6496652 (dal lunedì al venerdì, h

10.00–13.00); tel. +39 051 6496611 (dal sabato alla domenica h 10.00- 17.00).

Con la mostra dedicata a Marcel Broodthaers, considerato uno dei padri

fondatori dell’Institutional Critique, giunge a compimento il filone di ricerca

denominato Criticism che il MAMbo porta avanti fin dal 2006, ovvero un

percorso di riflessione e di indagine sulle pratiche artistiche e sulla funzione

del museo contemporaneo, che ha coinvolto artisti quali Ryan Gander, Paolo

Chiasera, Markus Schinwald, Giovanni Anselmo, Christopher Williams, Bojan

Sarcevic, Adam Chodzko, Eva Marisaldi, Diego Perrone, Ding Yi, DeRijke\De

Rooij, Guyton\Walker, Natasha Sadr Haghighian, Trisha Donnelly, Sarah

Morris, Seth Price.

 

Per ulteriori informazioni:

www.mambo-bologna.org