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Cent’anni fa moriva Pellegrino Artusi, considerato uno dei padri della cucina italiana poichè, da enogastornomo, fu tra i primissimi a codificare le ricette delle cucine regionali di una neonata Italia nel suo monumentale libro dedicato a “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene”: un autentico best-seller gastronomico di cui ancor oggi si tramandano successi e ristampe. |
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Cent’anni di Artusi e 150 anni di un’Italia unita anche nella volontà di trasmettere i propri sapori: con questi temi la rassegna enogastronomica “Il Gusto Antico” si propone di rendere a Borgomanero un omaggio al centenario artusiano riproponendo, a cura dello chef Giancarlo Rebuscini, una rivisitazione di alcune tra le sue più celebri ricette. L’occasione è data dal galà di apertura – venerdì prossimo, 2 settembre – del cartellone 2011 de “Il Gusto Antico”, rassegna che quest’anno copre un percorso attraverso le grandi ricette di una tradizione non solo locale (un’altra serata, vedrà ad esempio una riproposizione delle ricette dello chef francese Antoine Permentier, già alla corte di Luigi XVI). A tracciare un ritratto della figura di Artusi sarà Riccardo Milan, giornalista enogastronomico e professore all’Istituto Alberghiero “Maggia” di Stresa: in cucina, invece, lo chef Rebuscini preparerà un menù che prevede l’Insalata di pollo, la Pasta alle sarde, l’Arrosto morto accompagnato dai finocchi con la balsamella e il Budino diplomatico. Introduce la serata il giornalista agroalimentare Jacopo Fontaneto. |
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PELLEGRINO ARTUSI |
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buona gastronomia: figlio di un droghiere benestante, nato nel 1820, compì i suoi studi prima nel seminario di Bertinoro, poi all’università di Bologna, altra capitale della buona cucina italiana. L’opera con cui Artusi si consacrerà come maggiore enogastronomo della tradizione storica nazionale, ovvero “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene”, è stata scritta in età avanzata (sul finire dell’Ottocento)e non ebbe un successo immediato, come peraltro i precedenti saggi scritti dall’autore (una biografia del Foscolo e una critica a trenta lettere di Giuseppe Giusti). |
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Invece sarà proprio il tempo da decretare il successo dell’Artusi e di un libro che, per oltre cent’anni, è stato ed è continuamente ristampato: in esso, con stile letterario, l’autore descrive il contesto gastronomico dell’Italia del suo tempo e dei suoi abitanti, riuniti solo da pochi decenni in un’unica grande nazione. Un libro di ricette, sostanzialmente: ma, in realtà, un codice autentico sui costumi, sulle tradizioni e sulle abitudini alimentari della nascente Italia di fine Ottocento. |