MADE IN ITALY un film di Luciano Ligabue

MADE IN ITALY un film di Luciano Ligabue

con
STEFANO ACCORSI, KASIA SMUTNIAK,
FAUSTO MARIA SCIARAPPA, WALTER LEONARDI,
FILIPPO DINI, ALESSIA GIULIANI, GIANLUCA GOBBI, TOBIA DE ANGELIS
Prodotto da DOMENICO PROCACCI
Una produzione FANDANGO, ZOO APERTO, RISERVAROSSA, EVENTIDIGITALI FILMS
in collaborazione con MEDUSA FILM
Una distribuzione MEDUSA FILM
NELLE SALE DAL 25 GENNAIO
Realizzato con il sostegno della Regione Emilia – Romagna
Realizzato con il sostegno della Regione Lazio – Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo

 

“Made in Italy” è una tormentata dichiarazione di amore verso il nostro Paese,
raccontata con le parole e la musica di Luciano Ligabue, attraverso lo sguardo di Riko,
un uomo onesto alle prese con una vita in cui tutto sembra essere diventato
improvvisamente precario: il lavoro, il futuro, i sentimenti.
Ma se a volte rialzarsi non è facile, Riko ha scelto di non darla vinta al tempo che corre:
c’è un matrimonio da difendere e riconquistare, ci sono amici su cui contare e una casa
da non vendere.
Riko decide di mettersi in gioco e prendere finalmente in mano il suo destino.

Un film che attraverso una serie di quadri racconta la storia contemporanea del nostro paese e Ligabue lo fa come “atto d’amore” verso lo stesso

NOTE DI REGIA
Durante le riprese di “Da zero a dieci” abbiamo saputo della malattia di mio padre e
durante i processi di post-produzione ci ha lasciato. Credo di avere sempre, non so
quanto consciamente, associato le due esperienze e questo è diventato sicuramente il
motivo principale per cui mi sono tenuto a lungo lontano dal fare film.
Un’altra ragione (questa, al contrario, dettata da un privilegio) è che potendo contare
sulla dicitura “musicista” alla voce “professione” sulla mia carta d’identità, non ho mai
avuto la necessità di cercare copioni disponendo, anzi, della facoltà (del lusso, se
vogliamo) di poter aspettare una storia se mai ne fosse uscita una (e, certo, se mai
qualcuno fosse stato ancora interessato a produrre un mio film).
Infine ho lasciato trascorrere tanto tempo prima di tornare alla regia per un motivo
tanto banale quanto pratico (e questo, ahimè, è il meno nobile di tutti): si tratta di
mestiere faticosissimo. Quanto meno lo è per me e specialmente se paragonato alla
professione di cui sopra.
Quali possono essere allora le cause che mi hanno spinto a vincere le mie stesse
resistenze? Anche in questo caso ne voglio enumerare tre:
1 – (e questo va naturalmente da sé) una storia che ho creduto valesse la pena
raccontare.
2 – un sentimento (l’amore frustrato verso il nostro Paese) che da circa dieci anni provo
a esprimere occasionalmente in qualche canzone e che qui poteva essere raccontato
da qualcuno (Riko) che, avendo meno privilegi di me, mi sembrava avesse ancora più
diritto a una certa incazzatura.
3 – l’anomalia di una storia raccontata in primo luogo attraverso una serie di canzoni
che sono arrivate a formare un concept album (altra anomalia di un certo conto,
almeno attualmente) poi diventato una sceneggiatura e infine un film in cui le stesse
canzoni tornano per accompagnare alcune scene.
Crediti non contrattuali 7
Il film precedente l’avevamo girato ancora in pellicola e ora, sedici anni dopo e con una
crew quasi del tutto nuova per me, ho ritrovato la fatica di cui sapevo ma anche
parecchio piacere. Quello per una bellissima collaborazione con tutti quelli che ci
hanno lavorato con una dedizione a dir poco toccante e il piacere del lavoro con gli
attori che è stato, per me, ancora più appassionante del solito.
Stefano ritrovato dopo vent’anni, Kasia, Fausto Maria e tutti gli altri impegnati a dar
vita a un gruppo di brave persone che rimangono tali nonostante “la legge del furiere”
del nostro Paese.
Ancora una volta l’ambientazione, quasi per intero, è quella più familiare, quella di casa
mia.
Ancora una volta l’ispirazione per personaggi e argomenti viene in buona parte dalla
realtà che conosco e in particolare da alcuni dei miei amici storici che in materia di
ingiustizia fiscale, spostamenti in avanti di pensione e licenziamenti ne sanno
certamente più di me.
Luciano Ligabue

 

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