N.N. Figli di nessuno Teatro i Milano

Dal 9 al 27 aprile 2015

N.N. Figli di nessuno

di Francesca Garolla

regia di Renzo Martinelli

con Giovanni Battaglia e Matteo de Mojana

suono e video Fabio Cinicola

luci Mattia De Pace

produzione Teatro i con il contributo di Next – Laboratorio delle idee

Il testo è stato tradotto e presentato all’interno della rassegna Face à Face, Paroles d’Italie pour les scènes de France, a Le Theatre Scène National di Saint Nazaire, all’interno del Festival Ring a La manufacture di Nancy e al TNP di Lione.

N.N. è una formula usata in passato per indicare i cosiddetti “figli di nessuno”. NOMEN NESCIO significa nome sconosciuto. Figlio di N.N., figlio di padre senza nome. Senza padre e senza storia. N.N. come nessun nome, come niente, come nulla.

In scena due sole figure. Un padre e un figlio.L’azione è il loro colloquio, un colloquio apparente, un flusso di parole che attraversa entrambi ma che potrebbe appartenere ad uno solo. Uno più uno è davvero uguale a uno. I due si incontrano in un frammento di tragedia: unità di tempo, di luogo e di azione. Si incontrano nello spazio tempo di un lutto non ancora elaborato: nell’attesa di un funerale, nella pausa prima della tumulazione, nell’intervallo in cui si veglia una bara, aperta su un volto che è già altro dalla persona amata. È l’attimo subito successivo al dramma, in cui il tempo interrompe il suo fluire lineare o circolare e forma una bolla di non respiro e senza lacrime. E in tutto questo la Storia c’è, anche se sembra perduta. Non risuona più universale, come nelle parole dei padri, ma è eco indistinta alla quale sono stati tolti potenza e nitore. Frasi roboanti e volutamente vuote che nominano la guerra eppure non sanno rappresentarla, nomi che richiamano volti, strade e piazze. Un passato che diventa presente e col presente si confonde. Padre e figlio emergono in questo universo frammentato e monologante, un universo che disegna un tempo che non si riesce ad afferrare né a definire.

Gli avvenimentiI successivi al 1968, fino a gran parte degli anni ’70, hanno sancito una frattura sia da un punto di vista storico che antropologico.La generazione che partecipò attivamente al movimento di quegli anni ha in qualche modo voluto “uccidere” i propri genitori rifiutandone la legge. Il testo vuole indagare cosa questa generazione abbia lasciato ai propri figli: non li ha in qualche modo a sua volta divorati, lasciandoli privi di un orizzonte definito in cui vivere e pianificare il proprio futuro? Un’analisi del presente condotta attraverso gli occhi di una generazione, nata negli anni ottanta, addirittura negli anni novanta, che non ha visto, né tanto meno ha vissuto, il fervore della storia recente, eppure ne porta le invisibili ferite. Figli che faticano ad uccidere metaforicamente i propri genitori e , incapaci di elaborare il lutto, non riescono a diventare adulti e a riappacificarsi con la storia.

INFO: www.teatroi.org, tel 028323156. Biglietti da 18 euro a 9 euro Spettacoli inseriti in Invito a Teatro

Teatro i

Via Gaudenzio Ferrari, 11

Milano, Lombardia 20123

Italy
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