“In occasione della Primavera di Milano, la Fondazione Stelline ospita le opere di artisti che proprio nella città hanno trovato fonti feconde di ispirazione per la loro arte” – dichiara Pier Carla Delpiano, Presidente della Fondazione Stelline – queste mostre, oltre ad essere di forte impatto artistico e scenografico, sono coerenti con il percorso culturale che la Fondazione sta portando avanti”.
La prima esposizione, che ha per titolo “Matita&Metropoli”, è dedicata a Giuseppe Coco e Walter Molino: un’esposizione che vede a confronto luoghi e volti, promossa dalla Fondazione Stelline in collaborazione con Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, curata da Chiara Gatti. Possiamo vedere un centinaio di opere fra disegni, tempere e pastelli originali, oltre ad una selezione curata di documenti d’archivio. Le tavole di Giuseppe Coco sono dedicate alla metropolitana di Milano, donate dagli eredi alla Fondazione Stelline ed esposte oggi in occasione dei 50 anni della linea 1 rossa. un dialogo inedito fra questi due protagonisti della vita culturale milanese ed italiana in generale, del mondo dell’editoria e della carta stampata, sviluppato in un arco di tempo di quasi cinquant’anni, dal secondo dopoguerra in avanti. Ammirando le opere in mostra, si rivive l’atmosfera di una Milano che fu, moderna e romantica allo stesso tempo. Un luogo della memoria, mescolato agli entusiasmi del boom economico, nelle scene di cronaca mondana di Molino; una città dell’anima, fatta di sogni, incubi, folla e solitudine nell’universo visionario di Coco.
Giuseppe Coco (Biancavilla,Catania, 1936-2012) Si è imposto all’attenzione delle maggiori testate italiane e straniere dal 1960, quando già precoce illustratore per “il Travaso delle idee” si trasferì a Milano per realizzare alcuni “Arcobaleni” con contratto “Paul film”. A rafforzare la sua fama sono la mostra personale di pittura al Milan Art Center del 1974 e le numerose collaborazioni come illustratore per pubblicità ed editoria. Negli anni ha collaborato intensamente con diversi periodici, fra cui:Comix, Corriere della Sera, Famiglia Cristiana, Grazia, Epoca, Horror,La Gazzetta dello Sport, L’Europeo, L’Espresso, la Repubblica, La Domenica del Corriere, Panorama. Fra le testate estere Bazar, El Pais, Paris Match, Playmen, Stern, The Saturday Evening Post, divenendo uno degli alfieri peninsulari dello “humor nero”. Tra le sue creazioni i personaggi Arturo, Esculapia, Piccolo Slim e l’inconfondibile Re dal “classico” naso appuntito, oltre a una serie di tavole ispirate alla metropolitana milanese.
Walter Molino (Reggio Emilia 1915-Milano 1997) Trasferitosi a Milano vi compì gli studi sino all’Università. Illustra i racconti per Il Monello dell’Editrice Universo e L’Intrepido, pubblica vignette satiriche su Libro e Moschetto, Il Popolo d’Italia, Bertoldo, Marc’Aurelio. Disegna Pin Focoso per il “Corriere dei piccoli”. Nel 1942 illustra le copertine e gli interni de “Il romanzo mensile”, nel 1945 collabora con il “Candido” di Giovannino Guareschi. Dal 1946 disegna le storie sentimentali a fumetti per Grand Hotel, firmate con lo pseudonimo J.W. Symes, dopo avere creato anche il celebre logo della testata. Inventa la rubrica “Così li vede WM”, galleria caricaturale di personaggi dello spettacolo, per cui viene premiato con la Palma d’oro al Salone dell’umorismo a Bordighera. Nel 1995 la galleria milanese Agrifoglio gli dedica una mostra intitolata “Walter Molino tra cronaca e arte”.
La seconda mostra, “Nascenza”, è interamente dedicata a Emilio Scanavino. In collaborazione con l’Archivio Scanavino, curata da Elisabetta Longari, la mostra presenta un percorso di rilettura delle opere del grande artista genovese, uno dei maggiori rappresentanti della stagione informale italiana. Vediamo qui disegni inediti e sculture che sottolineano la carica sperimentale del linguaggio dell’artista. L’uovo, il nido, il pane, le mani e i nodi che evolvono incessantemente; l’opera sembra avere come vero soggetto il continuo equilibrio tra forze opposte, vita e morte. In mostra anche tre video con l’artista al tavolo mentre disegna e contemporaneamente parla con l’inseparabile Giorgina che , di Scanavino è stata moglie, compagna ma soprattutto dedita “giardiniera” della sua opera.
Emilio Scanavino (Genova, 1922-Milano, 1986) Nel 1942 si iscrive alla Facoltà di Architettura dell’Università di Milano. Nel 1947 si reca a Parigi dove soggiorna qualche tempo e, accanto ai critici, incontra i poeti e gli artisti, Edouard Jaguer, Wols, Camille Bryen. L’esperienza parigina si rivelerà fondamentale nel suo percorso stilistico, in particolare per gli echi del postcubismo che assimila ed interpreta in chiave personale fin dal 1948, quando espone alla Galleria l’Isola di Genova. Nel 1950 alla XXV Biennale di Venezia espone “Soliloquio musicale” e suscita l’attenzione della critica. Invitato alla Biennale di Venezia anche nel 1954, nel 1958 e nel 1960 con una sala personale. Nel 1951 gli dedica una mostra la Galérie Apollinaire a Londra. Dal 1968 lavora sempre di più a Calice Ligure, avendovi stabilito una comunità artistica, specialmente dedita alle attività artigianali (ceramica). Alla sua opera sono state dedicate mostre personali presso la Kunsthalle di Darmstadt, 1973; a Palazzo Grassi di Venezia, 1973; e al Palazzo Reale di Milano, 1974.
Fondazione Stelline – Corso Magenta 61, Milano; Tel. (+39) 02 45462.411; www.stelline.it
fino all’8 giugno 2014; orari martedì-domenica, 10-20
Biglietto (unico per le due mostre): intero € 6; ridotto € 4,50; scuole € 2
Fabio Giuliani