La Bohème di Muscato torna allo Sferisterio in tutto il suo splendore

A Macerata l’allestimento firmato da Leo Muscato, regista premio Abbiati della critica nel 2013

Dopo le due nuove produzioni debutta uno degli spettacoli più apprezzati degli ultimi anni

Coloratissimi Carmela Remigio e Arturo Chacón-Cruz vestono i panni di Mimì e Rodolfo

La Bohème di Leo Muscato del 2012, che debutta domenica 26 luglio allo Sferisterio, è sicuramente tra gli spettacoli più apprezzati dal pubblico e dalla critica degli ultimi anni, allestimento che ha contribuito a far ricevere al regista l’Abbiati, il premio della critica musicale più ambito e più importante del panorama nazionale. Se la Traviata “degli specchi” di Brockaus-Svoboda, che lo scorso anno ha fatto registrare due Sold Out consecutivi, è diventato uno dei titoli storici più visti del Macerata Opera Festival per la portata innovativa dell’allestimento, La Bohème di Muscato si prepara a compiere la stessa impresa.

Spettacolo contagioso, colorato, leggero, emozionante, trionfo del mondo giovanile in cui Schaunard suona la chitarra elettrica esprimendo la sua anima rock e Colline trascina i suoi libri in un carrellino. Mimì canta seduta in poltrona, con le gambe penzoloni dal bracciolo, una festa al bar diventa un Party in stile musical: i coristi sui cubi, le luci fucsia, gli arredi zebrati come i vestiti dei camerieri, l’albero della cuccagna di Parpignol, i bambini con i palloncini in mano che poi volano nel cielo, hanno reso questa Bohème uno spettacolo da ricordare, da vedere e rivedere (Gazzetta di Parma 2012). Una regia da prosa, raccolta, da teatro di piccole dimensioni, che però prendeva subito quota, chiamando a non perdere nemmeno una battuta del canto di conversazione pucciniano (Sole 24 Ore); Cattura e convince (Repubblica); Uno spettacolo di alto livello (Corriere della Sera): questi i commenti sulla stampa nazionale al tempo del debutto di un’opera ambientata nella Parigi sessantottina, periodo di fermento politico ed esplosione d’idealità, di giovani in piazza e tensioni contrapposte, ma anche di grandi legami, amori e passioni, tutti elementi che si sposano alla perfezione con il mondo musicale e drammaturgico di Bohème, la cui trasposizione sul palcoscenico, attraverso la visione registica di Muscato, è riuscita in modo davvero trascinante.

In palcoscenico due voci di assoluta bravura: Carmela Remigio e Arturo Chacón-Cruz nei coloratissimi panni di Mimì e Rodolfo. Con loro nel cast: Larissa Alice Wissel, Damiano Salerno, Andrea Porta, Andrea Concetti, Antonio Stragapede, Alessandro Pucci, Giacomo Medici, Roberto Gattei, Gianni Paci, Giovanni Di Deo. Le scene sono di Federica Parolini, mentre Silvia Aymonino e Alessandro Verazzi firmano rispettivamente costumi e luci.

Sul palco anche i bambini del coro Pueri Cantores “D. Zamberletti” mai sentiti i coretti dei bambini allo Sferisterio così convinti, partecipi, vitali – scriveva Carla Moreni sul Sole 24 ore nel 2012 – Può sembrare un paradosso, ma quando a teatro le parti dei bambini (se ci sono) escono al meglio, vuol dire che la scena non è inerte, lo spettacolo è vero.

A dirigere l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, il Coro Lirico “V. Bellini” e il complesso di palcoscenico Banda Salvadei è il Maestro David Crescenzi.

Lo spettacolo è in scena fino al 9 agosto insieme alle due nuove produzioni di Rigoletto, firmato da Federico Grazzini, e Cavalleria Rusticana / Pagliacci, firmato da Alessandro Talevi.

Info su www.sferisterio.it

Per Leo Muscato la scelta di ambientare l’opera durante le rivoluzioni del 1968 è frutto di un’analisi del lato “politico” di Puccini. Quando Puccini cominciò a lavorare su La vie de bohème di Murger era ormai un compositore di successo. Probabilmente in quel soggetto ravvisava un po’ se stesso all’epoca della Scapigliatura. Quei giovani, animati da un forte sentimento di ribellione e di disprezzo nei confronti della cultura e del perbenismo borghese, avevano desunto il loro nome da una libera interpretazione del termine francese Bohème (vita da zingari), e si erano ispirati alla vita libertaria e anticonformista degli artisti parigini descritta proprio nel romanzo di Murger.

Nel momento in cui l’opera di Puccini andava in scena per la prima volta, il sentimento nostalgico per quei tempi passati, era un sentimento diffuso. Da qui la scelta di puntare sulla memoria emotiva degli spettatori, con l’ambientazione sessantottina. I protagonisti dell’allestimento di Muscato, vivono e agiscono una delle più grandi rivoluzioni culturali del ‘900, decisamente diversa dalla Scapigliatura, ma altrettanto dirompente. E poiché nei primi due quadri li vediamo allegri, divertiti, divertenti e spensierati, non riusciamo a immaginarceli con i libri di Althusser e di Marcuse nelle tasche. Pensiamo a loro piuttosto come a quel folto numero di giovani che ha animato il Sessantotto nei suoi aspetti di rivoluzione diffusa, culturale e di costume. Non così Mimì. Lei è soggetto storico privilegiato, non astratta categoria dell’anima, ma categoria sociale, semmai. Classe. Quella che nella seconda metà dell’ottocento si trova assembrata nelle fabbriche grigie di fumi velenosi e nei sobborghi mefitici delle metropoli industriali.

Lei è il movimento reale delle cose, è il sacrificio umano che sorregge l’impalcatura di pensiero rivoluzionario che si muove lungo i binari della storia. E se in questa messa in scena, Rodolfo, Marcello, Schaunard, Colline e Musetta sono forse pretestuosamente “sessantottini”, Mimì è invece la scelta d’elezione del regista. Era operaia e ultima ai tempi di Murger, di Puccini; è un’operaia che soccombe in questa messa in scena, è la morte bianca che affolla i nostri tempi. Il movimento reale, la storia non lo scalza, proprio perché è carne, e sangue, e morte, in taluni casi. È stata Mimì a trascinarsi dietro tutti gli altri, per andare a posizionarsi proprio là dove la storia del ‘900 ha tentato la rivoluzione, riuscendovi solo a metà.

26 luglio, 1 e 7 agosto 2015, ore 21

Giacomo Puccini

La bohème

Direttore David Crescenzi

Regia Leo Muscato

Scene Federica Parolini

Costumi Silvia Aymonino

Luci Alessandro Verazzi

Mimì Carmela Remigio

Rodolfo Arturo Chacón-Cruz

Musetta Larissa Alice Wissel

Marcello Damiano Salerno

Schaunard Andrea Porta

Colline Andrea Concetti

Benoît Antonio Stragapede

Parpignol Alessandro Pucci

Alcindoro Giacomo Medici

Sergente dei doganieri Roberto Gattei

Doganiere Gianni Paci

Un venditore Giovanni Di Deo

Fondazione Orchestra Regionale delle Marche

Coro Lirico Vincenzo Bellini

Orchestra Salvadei Brass

Pueri Cantores “D. Zamberletti”

La bohème allo Sferisterio 1921 – 2015

Sono otto le rappresentazioni del capolavoro di Puccini allo Sferisterio: la prima è datata 1971, e vede il grande Franco Corelli sul palco nel ruolo di Rodolfo; con lui Luisa Maragliano nei panni di Mimì. La prima bohème è realizzata da Raoul Grassilli, per la direzione di Franco Mannino. Nel 1977 nuova produzione di Beppe De Tomasi con protagonisti Raina Kabaivanska e José Carreras, diretti da Ferruccio Scaglia. La bohème ritorna nel 1982 con la direzione di Carlo Felice Cillario e la regia di Flavio Trevisan; in quell’occasione sul palco cantano Montserrat Caballé, Giuseppe Giacomini, Angelo Romero, Nicola Zaccaria, Margherita Guglielmi. La regia del 1984 è realizzata da Ken Russel: sul palco diretti da Josè Collado Cecilia Gasdia e Nazareno Antinori. Filippo Zigante e Lutz Hochstraate dirigono l’allestimento del 1990, con Lucia Mazzaria Scandiuzzi e Vincenzo La Scola.  Nel 1994, è la volta di Walter Pagliaro in regia e di Donato Renzetti sul podio; Rodolfo è Roberto Aronica mentre Mimì è Giusy Devinu. La prima bacchetta del nuovo millennio di bohème è Massimo De Bernart che nel 2000 dirige lo spettacolo realizzato da Nicolas Joel con Fiorenza Cedolins, Fabio Capitanucci e Rolando Villazon. Nel 2012 la prima dello spettacolo di Leo Muscato diretto da Paolo Arrivabeni con Carmen Giannattasio, Francesco Meli, Serena Gamberoni, Damiano Salerno, Andrea Porta, Andrea Concetti, Antonio Stragapede, Lucio Mauti.

Gli artisti

David Crescenzi

David Crescenzi torna in veste di direttore d’orchestra allo Sferisterio, dove ha inaugurato la Stagione Lirica 2008 con Cleopatra di Lauro Rossi, in prima mondiale in epoca moderna, con la regia di Pier Luigi Pizzi e con il Soprano Dimitra Theodossiu.

Dal 2002 è Direttore Ospite Principale presso il Teatro Nazionale di Timisoara dove ha diretto Tosca, Turandot, Boheme e Madame Butterfly Aida, Il Rigoletto, LaTraviata, Nabucco, Il Trovatore, Otello e Un Ballo in Maschera, Carmen, Cavalleria Rusticana e Pagliacci, il Barbiere di Siviglia. Ha inoltre diretto in Olanda, in Germania con la Bergische Symphoniker Orchester, all’Opera di Budapest, al Festival Estivo di Praga, al Solothurn OpenAir Festival in Svizzera. È direttore Musicale dei Teatri di Bucarest e Iasi in Romania. Dopo numerosi anni di collaborazione, il Teatro d’Opera del Cairo, in Egitto, lo nomina suo Direttore Artistico. Dal 2006 è il Direttore del Coro “V.Bellini” di Ancona con il quale lavora presso il Teatro Pergolesi di Jesi, il Teatro delle Muse di Ancona e l’Arena Sferisterio di Macerata. In questa veste, ha collaborato con direttori quali, Callegari, Bartoletti, Santi, Campanella, Frizza, Arrivabeni, Mariotti, Renzetti, Jurowsky, Bertini e registi come, Pizzi, De Hana, Abbado, Grazioli, Pier’Alli, Montressor, Cavani e Ferretti. Pianista, Direttore d’orchestra e di coro, si è diplomato al Conservatorio G. Rossini di Pesaro e perfezionato a Milano con Gustav Kuhn. E’ stato per molti anni assistente e collaboratore di Alessio Vlad.

Leo Muscato

Leo Muscato riporta allo Sferisterio l’allestimento che gli è valso, insieme ad altre due regie, il Premio Abbiati nel 2013. Tra le sue più recenti regie d’opera, Il Campiello di E. Wolf-Ferrari al Nuovo Teatro dell’Opera di Firenze, e quest’anno al Teatro Verdi di Trieste, Rigoletto al Teatro dell’Opera di Roma, Les Dialogue des Carmélites di F. Poulenc al Teatro Petruzzelli di Bari. I prossimi impegni includono l’allestimento di Un ballo di maschera alla Malmö Opera.

Regista e drammaturgo, nato e cresciuto a Martina Franca (TA), studia Lettere e Filosofia a La Sapienza. Durante gli anni di Università entra a far parte della compagnia di Luigi De Filippo e recita negli spettacoli Non è vero ma ci credo, Quaranta ma non li dimostra, e La lettera di Mammà. Si trasferisce poi a Milano per studiare Regia alla scuola Paolo Grassi.

Dal 2005 al 2008 è Direttore Artistico della Compagnia LeArt’-Teatro di Grottammare (AP), con la quale realizza il progetto Ri-Scritture, tre drammaturgie originali da Cechov, Ibsen e Shakespeare, che totalizza oltre 500 repliche. Premio della critica quale miglior regista di prosa, dell’Associazione Nazionale dei Critici Teatrali, svolge un’intensa attività di pedagogia teatrale rivolta ad attori, registi, drammaturghi e cantanti lirici, e mirata all’esplorazione dei quattro principali registri interpretativi: il Tragico, il Drammatico, la Commedia e la Comicità.

Carmela Remigio

Erede della migliore tradizione vocale italiana, Carmela Remigio ha conquistato la notorietà internazionale con i ruoli mozartiani: Susanna e la Contessa ne Le nozze di Figaro, Vitellia ne La clemenza di Tito, Fiordiligi in Così fan tutte, Pamina in Die zauberflöte; Elettra e Ilia nell’Idomeneo e, in particolare, Donna Anna in Don Giovanni, con Claudio Abbado e Peter Brook.

Da allora ha cantato sotto la direzione di Claudio Abbado, Lorin Maazel, Myung-Whun Chung, Antonio Pappano, Roberto Abbado, Jeffry Tate, Daniel Harding, Michel Plasson, Gustavo Dudamel, Eliahu Inbal, Riccardo Chailly.

I debutti verdiani, Alice nel Falstaff, Desdemona in Otello, Messa da Requiem, Amelia in Simon Boccanegra e Violetta ne La Traviata, hanno confermato il talento vocale e scenico. Ha interpretato Mimì ne La bohème, ed è stata la protagonista di Tosca. Ha debuttato con grande successo i ruoli di Micaela (Carmen) e Cleopatra (Giulio Cesare), Marguerite (Faust), Anne (The Rake’s Progress), Malwina (Der Vampyr), Donna Elvira (Don Giovanni).

Tra i principali impegni della stagione 2015-2016 si segnala Norma alla Fenice, Così fan Tutte a Firenze, L’Elisir d’Amore al Comunale di Bologna, La Vedova Allegra al Teatro di San Carlo, La donna serpente al Regio di Torino e l’Incoronazione di Poppea al Teatro alla Scala.

Tra le numerose incisioni discografiche spiccano le due edizioni di Don Giovanni (Donna Anna), una diretta da Claudio Abbado (DGG) e l’altra da Daniel Harding (Virgin), le Arie Sacre Verdiane con la direzione di Myung-Whun Chung (DGG).

Arturo Chacón-Cruz

Arturo Chacón-Cruz, nativo di Sonora, in Messico, si è affermato negli ultimi anni come tenore principale con debutti e apparizioni in teatri e sale da concerto di tutto il mondo. Dopo aver vinto l’Operalia Singing Competition di Plácido Domingo nel 2005, la carriera di Arturo ha visto un costante sviluppo di successo e il suo repertorio spazia dai ruoli lirici di Bellini e Donizetti a Puccini e Verdi. Alcuni dei suoi più ricercati ruoli sono: Jacopo Foscari, Gabriele Adorno, Pinkerton, Rodolfo, il Duca di Mantova, Alfredo, Hoffmann, Werther e Romeo per citarne alcuni. Nella stagione 2011/2012, Arturo ha fatto il suo debutto alla Scala di Milano come Hoffmann. Ha debuttato al Festival di Aix-en-Provence, come Duca in Rigoletto per la regia di Carsen ruolo che ha sostenuto di recente a Firenze con la direzione di Zubin Metha. Nell’estate del 2014 è stato a Vienna per La traviata, in una produzione di Peter Konwitschn, alla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera con Diana Damrau e a Los Angeles con Nino Machaidze come Violetta e Placido Domingo come Germont nella produzione di Marta Domingo. I suoi prossimi impegni includono Gianni Schicchi a Los Angeles, Un ballo in maschera a Città del Messico, Il trovatore a Lille, Caen e Lussemburgo, Macbeth a Vienna.

Larissa Alice Wissel

Inizia all’età di 6 anni lo studio del violino e del pianoforte a Las Palmas de Gran Canaria. A 13 anni ottiene a Berlino la borsa di studio per giovani talenti dello Julius Stern Instituted entra nella Universität der Künstesotto la guida di Rudolf Riemer approfondendo il repertorio liederistico con Herbert Kaliga e Maria Ehrke-Urbanovic. Nella Hochschule für Musik “Hans Eisler”entra nella classe di violino di Eberhard Feltz. In Italia inizia i suoi studi con Alessandra Althoff Pugliese; frequenta i corsi di perfezionamento al Mozarteum di Salisburgo e delle masterclass con Bernadette Manca di Nissa, Stefano Giannini, Alfonso Antoniozzi e Marco Berti. Nel 2014 vince il 65° Concorso internazionale per giovani cantanti lirici d’Europa come esordiente e al Concorso di Rheinsberg a Berlino risulta vincitrice del ruolo della Regina della Notte nella produzione del Flauto magico che debutta in agosto. A Napoli è vincitrice della IV edizione del Concorso internazionale Santa Chiara, ottenendo il primo premio e il premio della giuria popolare. Attualmente prosegue i suoi studi con Fernando Cordeiro Opa a Bologna.

Damiano Salerno

Uno dei più promettenti baritoni del panorama musicale italiano, Damiano Salerno ha avuto modo di

calcare alcuni tra i più importanti palcoscenici italiani ed europei sotto la direzione, tra gli altri, di

Marco Armiliato, Bruno Bartoletti, Arthur Fagen, Patrick Fournillier, Nicola Luisotti, Danil Oren,

Evelino Pidò, Marcello Viotti. Nel corso della sua carriera ha preso parte ad importanti produzioni fra le quali Madama Butterfly al Teatro Carlo Felice di Genova all’Opera de Tenerife; Turandot al Teatro dell’Opera di Roma; Pagliacci e Werther con la Bayerische Rundfunk Symphonieorchester di Monaco; La traviata al Teatro Carlo Felice di Genova, al Saarbruken Festival e al Teatro La Fenice; Luisa Miller e La bohème sempre al Teatro La Fenice e allo Sferisterio di Macerata; Rigoletto (ruolo del titolo) al Teatro Comunale di Bologna, al Teatro Regio di Torino, a Las Palmas, St. Gallen, e al Grange Park Opera Festival; Il trovatore al Teatro Campoamor de Oviedo.

Andrea Porta

Andrea Porta si è diplomato a pieni voti presso il Conservatorio N. Paganini di Genova nel 1998, sotto la guida del soprano Carmen Vilalta, successivamente si è perfezionato con Daniela Aimale, Sherman Lowe e attualmente studia con il baritono Carlo Meliciani.

Vincitore di concorsi internazionali e borse di studio debutta nel 1999 come Mustafà ne L’Italiana in Algeri a Trapani, indirizzandosi da subito verso il repertorio brillante grazie anche ad una teatralità particolarmente spiccata. Tra i suoi ruoli di maggior successo ricordiamo Dulcamara, Don Magnifico, Don Bartolo, Barone Trombonok, Schaunard, Falstaff, Figaro, Malatesta.

In questi anni ha cantato nei maggiori teatri e festival italiani ed europei come il Carlo Felice di Genova il Regio di Torino, il Comunale di Firenze, il San Carlo di Napoli, il Comunale di Bologna, la Fenice di Venezia, l’Opera di Roma, il Theater de la Monnaie di Bruxelles il Theater An Der Wien di Vienna, il Macerata Opera Festival e il Salzburger Festspiele.

 

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