Prima Conferenza
Infiniti sguardi
Paolo Campiglio (Università degli Studi di Pavia)
Giovedi 18 novembre 2010
ore 21:00
Ingresso libero
Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea
Palazzo Panella
Via Matteotti, 53
25036 Palazzolo s/O (BS)
Nel quinquennio 2010 – 2015 gli incontri presso la Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea si ispireranno ai cinque sensi, indagando sui linguaggi caratterizzati dal coinvolgimento sensoriale e da implicazioni legate alla vista, al tatto, al gusto, all’udito e all’olfatto. L’arte contemporanea, anche nelle ricerche di pura astrazione o di più alto concettualismo, mai infatti ha rinunciato a un’espressione che consideri i sensi come componente imprescindibile della morfologia espressiva.
Il ciclo di conferenze 2010/2011 è dedicato alla “vista”, all’enigma dello sguardo, un tema trasversale che riflette sul significato del vedere nell’arte contemporanea. Non è difficile constatare che la nostra civiltà delle immagini, potenziando al massimo il senso della vista fino a farne una componente indispensabile della vita e del costume quotidiani condizionandone comportamenti e atteggiamenti, ha ereditato gran parte del suo patrimonio genetico dalle ricerche sperimentali delle avanguardie artistiche e delle neoavanguardie.
Rappresentare l’invisibile è una delle tante sfide che emergono come continuità o come reazione alla razionalizzazione del fenomeno percettivo avvenuto in ambito positivista ed appare uno dei temi affrontati dalle avanguardie storiche. Strettamente correlata alla rappresentazione dell’invisibile è la meccanica della visione che implica una riflessione sulla restituzione dell’oggetto, legata al visibile e concernente le note tematiche della Gestalt e della percezione visiva. Gran parte delle ricerche non figurative e geometriche del secondo dopoguerra, da Albers al Concretismo internazionale, riflettono sulla percezione, tema ricorrente fino agli anni Sessanta nella Optical Art, il cui obiettivo è anche quello di un rapporto attivo fra l'opera d'arte e lo spettatore.
L’atto stesso del guardare, come approccio primo all’opera, in una accezione estranea alla meccanica della visione è invece oggetto delle indagini concettuali, in ambito italiano, da Pistoletto a Paolini a Fabro.
Altro filone problematico è lo sguardo sulla realtà: l’occhio sulla realtà che ci circonda e sui fenomeni sociali del nostro tempo implica la possibilità di esprimere un giudizio sulla società in cui l’artista vive e opera attraverso il proprio personale impegno estetico.
Il déjà vu, la poetica della citazione e dell’arte sull’arte o, in taluni casi, il cosiddetto d’apres, è un tema che si intreccia a quelli già delineati: non sempre vedere significa creare il nuovo. L’artista esprime la propria educazione visiva che è fatta degli emblemi della storia dell’arte: la novità è legata alla scelta del ricordo o all’immagine del già visto. L’arte degli anni Sessanta reinterpreta il concetto di fonte visiva attribuendo un valore emblematico all’immagine “trovata”: si tratta di uno sguardo riflesso che prende ad oggetto il museo e il mondo mediato dalle immagini, approdando al Postmoderno, alla Transavanguardia e ai nostri giorni. Oggetto dell’arte non è il meccanismo della visione quanto l’intenzionale atto di citazione, il riferimento all’immagine comune, a volte banale, spesso in antitesi alle tendenze culturalmente più sofisticate.
Giovedì 20 gennaio 2011
Uno strappo alla regola
Grazia Varisco (artista)
Giovedì 17 febbraio 2011
Conversazione con Ugo Nespolo
Ugo Nespolo (artista)
Giovedì 17 marzo 2011
Poetiche dell’invisibilità grave
Tommaso Trini (scrittore e critico d’arte)
Giovedì 14 aprile 2011
Visioni acustiche
Michela Garda (Facoltà di Musicologia di Cremona – Università di Pavia)
Giovedì 12 maggio 2011
Conversazione con Salvo
Salvo (artista)