13 ottobre – 13 novembre 2010
Inaugurazione mercoledì 13 Ottobre ore 18.30
Galleria Ostrakon, via Pastrengo 15, Milano (MI)
Del lavoro di Ossola hanno scritto talmente in tanti, critici d’arte, scrittori, poeti, sono state fatte talmente tante mostre in Italia e all’estero, che supporre, con questa mostra, di offrire nuove angolazioni di lettura si pecca di misura. Ci sentiamo però di dire che il taglio antologico e critico della presentazione – dalle opere giovanili degli anni ’50 agli interni-esterni dei primi anni ’60, dai fumetti alle memorie epiche degli anni ’70, dagli interni e fabbriche degli straordinari anni ’80 ai più recenti atelier, dagli studi a china alle tempere su carta – è ambizioso e inconsueto per uno spazio espositivo privato. Nelle 40 opere esposte fra grandi oli, chine e tempere distribuite nei due spazi della galleria, è tuttavia possibile apprezzare l’evoluzione espressiva dell’artista nel tempo. Che dei molti esegeti di Ossola nessuno si è spinto a istituire paralleli fra la scomparsa – per mutazioni ed eclissi sociali – degli abitanti dei suoi interni e l’estinzione per incenerimento degli internati di Treblinka, come fa Piero Del Giudice nel saggio critico in catalogo:
«Gli interni di Ossola sono allora i luoghi deputati del secolo, le evidenze, le architetture archetipiche del secolo breve, le scansioni emblematiche della storia del XX° secolo, gli interni del secolo breve. I luoghi-teatro di vicende collettive accadute, vi hanno agito corpi e conflitti, speranze e il loro esilio. Sono le cisterne della Storia. […] Non segnano forse il secolo, come stigma, non ne sigillano gli spazi, l’universo concentrazionario della fabbrica fordista e quello seriale del lager – lager, iperbole della fabbrica (arbeit macht frei)?» ne dirà Gianni Testori in una memorabile pagina del Corriere della sera (2. 11. 1983) «[…] il “luogo deputato” alla sua pittura. Tale luogo è, nulla più, ma anche nulla meno, che il “lazzaretto” di ieri e di oggi. C’è aria, murmure, colore, spazio e dolore di penitenza, in questi desolati “interni-esterni […] negli “interni-esterni” di Ossola che kafkianamente s’infilano l’uno nell’altro, in una sinistra grigia, sulfurea prospettiva senza esiti e fine, l’uomo è scomparso» ne dirà lo stesso Ossola (1981) «Gli spazi marginali sono un superstite luogo “pittorico” […] questi luoghi marginali sono serbatoi di una realtà declassata e di una umanità latente in gestazione per un futuro risveglio. Strati di immagini e di oggetti, sedimentati nell’angolo del cortile, calati in una luce da cavedio, che delimita e protegge questo breve limbo […]». I luoghi successivi messi a fuoco dal pittore sono interni espliciti di fabbrica […] grandi tele in cui il tempo è sospeso, le tracce di ciò di cui questi spazi sono stati teatro sono meno evidenti, meno espressive. Né thriller, né suspense, ciò che doveva accadere è accaduto, l’azione si è consumata non rimane che pulviscolo e resti, stracci e carte sollevate da refoli».
La mostra è suddivisa nelle sedi di via Pastrengo (Galleria Ostrakon) e di via Moscova (Studio Ostrakon).
GALLERIA-STUDIO OSTRAKON
Via Pastrengo 15/Via Moscova 66
Orari: da Martedì a Sabato ore 15.30 – 19.30