
Nata dall’intento di arricchire la proposta commerciale del Salone del Mobile con una prestigiosa e valida
offerta culturale, la mostra evento “Dove vivono gli architetti” sarà ospitata al padiglione 9 di Fiera Milano,
Rho – dall’8 al 13 aprile – e vedrà protagonisti importanti nomi dell’architettura mondiale.
“Il Salone è una preziosa risorsa dell’economia italiana – spiega Claudio Luti presidente di Cosmit –
che non solo va preservata ma soprattutto arricchita con sempre nuovi servizi e progetti che rispondano
alle esigenze delle imprese e dei visitatori internazionali, per aumentare la capacità attrattiva
della manifestazione a Milano.”
Attraverso installazioni ispirate ai diversi modi di immaginare lo spazio domestico, la mostra, appositamente
pensata per la 53a edizione del Salone Internazionale del Mobile, racconta in esclusiva “le stanze” private
di otto tra i più autorevoli esponenti del mondo dell’architettura internazionale: Shigeru Ban, Mario Bellini,
David Chipperfield, Massimiliano e Doriana Fuksas, Zaha Hadid, Marcio Kogan, Daniel Libeskind
e Bijoy Jain/Studio Mumbai.
Degli architetti siamo abituati a vedere le opere, quelle concepite per gli altri e per le vite degli altri.
Ma dove vivono gli architetti, o meglio, cosa sono e come sono le loro case? Un riflesso preciso della loro
poetica progettuale, una sperimentazione assoluta o qualcosa d’altro?
“Dove vivono gli architetti” vuole rispondere a queste domande e curiosità e allo stesso tempo allargare
la visione all’architettura domestica. Il concept dell’evento risiede infatti nella convinzione che tra tutte
le discipline progettuali, l’architettura domestica sia quella più ricca di sviluppi e più aperta alla
sperimentazione, in quanto capace di coniugare architettura e design.
Lo scrittore Curzio Malaparte aveva battezzato “Casa come me” la sua villa sull’isola di Capri, che è infatti
un racconto intimo e privato, che ricerca nei dettagli e negli spazi della quotidianità i segni e le tracce del
modo di vivere l’architettura in culture e contesti diversi.
Prendendo spunto anche dall’affermazione di Richard Rogers “a room is the beginning of a city”,
le residenze abitate dai massimi architetti contemporanei diventano espressione di una visione e di una
poetica architettonica esemplificativa della cultura dell’abitare oggi. Il tema della casa, attraverso la lettura
iconica e paradigmatica delle “stanze” degli architetti, può diventare l’avvio di una riflessione trasversale
sulle modalità, le esperienze e le tendenze dell’abitare contemporaneo.
La curatrice della mostra, Francesca Molteni – che per il Salone Internazionale del Mobile
ha curato “Design Dance” con Michela Marelli (2012) e “Un bagno di stelle” (2010) – è stata accolta
nelle abitazioni private degli otto grandi architetti contemporanei per filmarne gli esterni e gli ambienti,
e intervistare ciascuno di loro sulla poetica, l’ispirazione e le scelte che hanno guidato il loro percorso
progettuale e professionale. Con Davide Pizzigoni, architetto e scenografo, che da anni prosegue le sue
ricerche sullo spazio della rappresentazione e collabora con i principali teatri d’opera internazionali,
ha ideato un progetto per raccontare le “stanze” private di Shigeru Ban, Mario Bellini, David Chipperfield,
Massimiliano e Doriana Fuksas, Zaha Hadid, Marcio Kogan, Daniel Libeskind e Bijoy Jain/Studio Mumbai
attraverso video, immagini, suoni, testimonianze e ricostruzioni dal vivo.
Il risultato è uno spazio espositivo interattivo attraverso il quale scoprire la cultura dell’abitare, le scelte
e le ossessioni degli architetti.
“Obiettivo della mostra – spiega il presidente Luti – è di conoscere da vicino coloro che stanno cambiando
il volto delle nostre città, la configurazione del paesaggio globale e l’immaginario collettivo, e suggerire
nuovi modi di progettare gli ambienti domestici a tutte le latitudini. Compito del Salone del Mobile è anche
questo, fare cultura per fare sistema.”