IDENTITÀ GOLOSE TORNA DAL 25 AL 27 SETTEMBRE 2021

IDENTITÀ GOLOSE 2021

Nuove date – da sabato 25 a lunedì 27 settembre 2021 – e un tema importante “Costruire un nuovo futuro: il lavoro“. L’edizione numero sedici della grande kermesse dedicata ai protagonisti della cucina e della pasticceria d’autore sarà organizzata come di consueto a Milano, negli spazi del Mi.Co., durante un periodo insolito per il congresso che, fin dal suo esordio, si è sempre tenuto nel primo trimestre dell’anno. Una scelta obbligata dalla necessità di pianificare l’evento in sicurezza, senza rinunciare agli elementi che l’hanno sempre caratterizzato.
Obiettivo sarà dare voce al mondo della ristorazione quando la pandemia che ha invaso le nostre vite avrà smesso – si spera e si prevede – di mordere “per riscoprire nei ristoranti non solo luoghi in cui le relazioni possono avvenire in sicurezza, ma in cui talenti, professionalità ed eccellenze del territorio devono continuare ad essere coltivati e valorizzati“.
Presentazione: Costruire un nuovo futuro: il lavoro
L’articolo 1 della Costituzione è chiarissimo: «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro».
E il Lavoro appunto, come uscire dall’emergenza lavoro, sarà il tema dominante di Identità Golose 2021, in una nazione
come l’Italia la cui costituzione pone al primissimo punto proprio l’occupazione.
Se prima non risolveremo questo drammatico problema, se non restituiremo alle donne la dignità professionale persa
con la crisi, se i giovani saranno ancora a lungo parcheggiati in un limbo economico, sarà inutile parlare di quale cucina
avremo usciti dalla pandemia, se le persone avranno più voglia di innovazione o tradizione, di pizze gourmet o pizze
margherita, di dessert al piatto o torte da tagliare a fette, di pesce, carne o verdure, di gelato gastronomico o gusti
classici, eternamente quelli. E anche quale vino e quale servizio, al ristorante come in albergo. Prima il lavoro!
Ma quando torneremo alla normalità? Sempre troppo tardi, ma guai lasciarsi andare allo sconforto, guai fermarsi e
non pensare. Non sia mai che il giorno della possibile rinascita non siamo pronti a scattare e correre.
È come se non avessimo vissuto il 2020. I ricordi ci rimandano all’anno precedente ancora, al 2019, ma o il passato ci
aiuta a Costruire un reale, concreto nuovo futuro o, piano piano, ci fermeremo per mancanza di stimoli, con i serbatoi
di adrenalina in riserva. Con i centri cittadini che saranno stravolti da mesi e mesi di lavoro a casa e di lockdown più o
meno ragionati e sostenibili, con i tempi richiesti dal piano vaccinazioni, cuochi e ristoratori ora devono pensare a
come affrontare l’emergenza e fare in modo che il senso di responsabilità, che guida tantissimi, diventi un mantra in
chiave economica e finanziaria per ogni titolare di pubblico esercizio.
Certezze, poche ma autentiche, di questo avremo bisogno scossi come siamo dalla pandemia. A livello di alimentazione
e ristorazione, non si tratta di pensare cosa avrà più successo, bensì di avere ben chiaro che le sicurezze riguarderanno,
prima di qualsiasi altro aspetto, la qualità della vita e la sicurezza del posto di lavoro, impieghi e stipendi che rispettino
la dignità delle persone. Nutrirsi bene per non rischiare di ammalarsi, e in tal senso medici e nutrizionisti diventeranno
i migliori consiglieri degli chef, ma anche imparare a convivere con il covid con intelligenza e disciplina per potere
lavorare e dare lavoro perché non si va lontano nel tempo con i locali aperti a singhiozzo e pochissime figure coinvolte
tra sala, cucina e cantina.
E speriamo sarà anche il momento per chi ci governa di saper ragionare in modo sofisticato e articolato distinguendo
le caratteristiche e le necessità delle diverse tipologie di esercizi. E’ il momento di riscoprire nei ristoranti non solo
luoghi in cui le relazioni possono avvenire in sicurezza, ma in cui talenti, professionalità ed eccellenze del territorio
sono coltivati e preservati. Beni inestimabili che non possono essere sacrificati, ma anzi vanno tutelati e valorizzati.
Con il pianeta che avrà bisogno di prendere nuove misure, di capire quando potrà riaprire senza pericoli, ogni nazione,
ogni popolo guarderà più facilmente a sé stesso, alla sua storia. Non dobbiamo rischiare di diventare più egoisti e
chiusi su noi stessi, quando sarà invece importante, decisivo che ciascun Paese tragga forza dalle sue eccellenze e dalle
sue capacità per aiutarsi e aiutare, e così chiudere un capitolo nero della storia dell’intera umanità.
Paolo Marchi e Claudio Ceroni
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