Mostra su progetto scientifico della Fondazione Casa Buonarroti
a cura di Lucilla Bardeschi Ciulich e Pina Ragionieri
Napoli, Museo Archeologico, fino al 23 agosto 2010
In un'area acquistata nel 1508 da Michelangelo, la Casa Buonarroti quale ancor oggi ci appare è l'esito del lungo lavoro di un davvero memore pronipote, Michelangelo Buonarroti il Giovane, che in circa trent'anni, tra il 1612 e il 1643, seppe trarre da una modesta proprietà immobiliare la casa "onorevole" in Firenze alla quale a lungo e invano aveva aspirato il suo grande avo. Uomo di lettere e di corte, amico e protettore di artisti e scienziati al di là dell'effettivo rilievo sociale della sua figura, Michelangelo il Giovane ebbe anche spiccata passione di collezionista; e fu un assiduo conservatore delle memorie e delle carte familiari, con un naturale e specialissimo riguardo per tutto quanto si riferisse al sommo artista dal quale discendeva: caratteristiche che dopo di lui rimasero più o meno una tradizione di famiglia. Ė questo il principale motivo per cui, nonostante le vicissitudini a volte drammatiche attraversate nei secoli, la Casa Buonarroti conserva tuttora la documentazione senza dubbio più ricca su Michelangelo. Qui si conserva l'Archivio Buonarroti, di proprietà della Casa: 169 volumi, che partono dagli antenati di Michelangelo per giungere alla prima metà dell'Ottocento, e che contengono il fondo più importante di carte autografe dell'artista. Qui si conserva anche la collezione più cospicua al mondo di disegni autografi di Michelangelo.Questo patrimonio è tanto vario e cronologicamente completo da rendere possibile un ritratto biografico come quello che si propone questa mostra. Si prende l'avvio dalle prime lettere e dalle poesie della giovinezza per giungere alla corrispondenza estrema dell'artista, ormai quasi novantenne, con il prediletto nipote Leonardo; su questa falsariga si incontrano prove grafiche di alto impegno, come i disegni, scelti qui con l'occhio fisso al risvolto biografico, siano essi di figura, o di progetto architettonico, o provenienti direttamente dai cantieri e dalle cave, come i famosi blocchi di marmo schizzati a beneficio degli scalpellini. Si accoglie inoltre qualche esempio della fortuna di Michelangelo che, evitando le gradevoli ma fuorvianti mitologie ottocentesche, cerchi in primo luogo di fornire adeguata testimonianza visiva di opere perdute o, per motivi diversi, non presenti in mostra. Ė un progetto che ha richiesto lunga lena, accompagnando in certa misura negli anni il lavoro della Casa Buonarroti e di cui si tenne nel 2001 nel nostro museo una prima versione, che attingeva però anche a prestiti soprattutto dalle raccolte pubbliche fiorentine. Quella che si presenta ora è dunque tutt'altro che una ripresa, giacché dimostra come, attingendo unicamente a quanto è conservato tra le mura del palazzo di via Ghibellina, si riesca a tracciare in questo nostro modo non consueto il filo di una vita come quella di Michelangelo, così lunga e densa di opere capolavoro e di invenzioni supreme, di eventi e di alte committenze, di crucci e di meditazione.Come è noto, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli espone gran parte delle opere antiche della Collezione Farnese, a cominciare dal celeberrimo Ercole, il cui ritrovamento e la cui collocazione furono uno dei temi di riflessione della vecchiaia di Michelangelo. Il fatto che la mostra si tenga in questa sede ha portato al suo interno nuove presenze di opere d'arte, significative e davvero pertinenti, scelte per la cortesia della direttrice Valeria Sampaolo da Federico Rausa, in accordo con Carlo Gasparri, con una sensibilità, una competenza e una comprensione delle nostre finalità tali da suscitare gratitudine e ammirazione.
Raccontare una vita d'eccezione, e insieme offrire al visitatore la conoscenza del patrimonio segreto della Casa Buonarroti, sono i due obbiettivi primari di questa mostra che con particolare determinazione si rivolge ai giovani, nella convinzione che in questi tempi di apprendimenti virtuali possa tornare utile il contatto diretto non solo con l'opera d'arte, ma anche con i documenti storici, sempre tramiti di potente evocazione, dall'autografo michelangiolesco al libro antico.
Catalogo
Silvana Editoriale
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