GABRIELE BASILICO
LA CITTÀ E IL TERRITORIO
Aosta, Museo Archeologico Regionale
28 aprile – 23 settembre 2018
“Si può stare seduti in cima a una collina. Sul ciglio di una strada, oppure affacciati a una
finestra e guardare fino a confondersi con il luogo. La fotografia come gesto tecnico, perché è di
questo che si tratta, viene dopo e può essere al limite un accessorio”.
Venerdì 27 aprile. Inaugura oggi al Museo Archeologico di Aosta la mostra ‘GABRIELE BASILICO. La città e
il territorio’. Promossa dall’Assessorato all’Istruzione e Cultura della Regione Autonoma Valle d’Aosta la
rassegna indaga, attraverso 200 immagini, l’idea di progettualità dello sguardo del grande fotografo, da
sempre interessato ai problemi legati all’urbanistica e all’antropizzazione del paesaggio naturale.
In mostra diversi inediti tra cui una selezione di immagini della Valle D’Aosta del 1991 e otto grandi
fotografie a colori di Beirut ricostruita, realizzate nel 2011 in occasione di una missione per Solidere:
lavori, questi ultimi di grande potenza visiva, in cui il colore diviene momento portante della
progettualità fotografica.
L’Assessore all’Istruzione e Cultura infatti ha dichiarato: sono particolarmente lieta di presentare,
nell’ambito del programma espositivo regionale 2018 dell’Assessorato dell’Istruzione e cultura questa
importante iniziativa espositiva dedicata ad una figura di spicco della fotografia contemporanea
internazionale, che ha dedicato grande attenzione anche al territorio della Valle d’Aosta.
La rassegna, a cura di Angela Madesani, si avvale della collaborazione di Giovanna Calvenzi,
dell’Archivio Gabriele Basilico, dell’Accademia di Architettura di Mendrisio/USI, del coordinamento
generale di Raffaella Resch ed è prodotta da Scalpendi Editore.
Gabriele Basilico (Milano, 1944-2013), architetto di formazione, è conosciuto a livello internazionale
per le sue fotografie dedicate all’architettura e ai paesaggi urbani postindustriali. La sua indagine va
oltre i confini della pura fotografia documentaria, esplora la forma e l’identità della città.
La mostra aostana accosta questa produzione più nota al grande pubblico, alla fotografia di paesaggio,
altro tema sempre al centro della sua ricerca. Il paesaggio contemporaneo e le sue trasformazioni ad
opera dell’uomo, quindi, con immagini in mostra di grande qualità, ma anche il paesaggio naturale, con
progetti realizzati in epoche e luoghi diversi, che svelano sguardi più intimi e solitari del maestro.
«La montagna – spiega nel suo testo Angela Madesani – è punto di passaggio e di collegamento
imprescindibile tra sud e nord, luogo di meraviglia e di mito sin dai tempi antichi. Quelli di Basilico
sono paesaggi sospesi, dove di rado si rintraccia il tempo della storia. È il tempo della natura, delle
stagioni. Sono punti di vista sull’infinito in cui le montagne giocano un ruolo da protagonista. Un
infinito che va ben oltre il simbolo presente sull’obiettivo della macchina fotografica. Nelle sue
immagini di paesaggio la visione diventa una sorta di riprogettazione non immediatamente
percepibile, il cui scopo è anche quello di comprendere la relazione che si viene a creare tra lo sguardo
e il mondo reale. Il compito del fotografo, come Basilico ha avuto più volte occasione di affermare, è
quello di lavorare sulla distanza, di prendere le misure, di trovare un equilibrio, un ordine». La
montagna è protagonista delle immagini che compongono il lavoro sulla Valle d’Aosta, realizzato nel
1991. «Basilico ha disegnato-sempre secondo Madesani – attraverso trenta tappe, le strade d’accesso
alla regione. La finalità di questo rigoroso lavoro è quella di rendere più che mai leggibile il territorio,
per favorirne la conoscenza attraverso la complessità resa evidente dalla fotografia. Le strade, i ponti, i
percorsi alpini, le vie sono assoluti di questo lavoro in cui l’uomo è presenza invisibile».
La fotografia di Basilico, a cinque anni dalla sua scomparsa nel 2013, è sempre attuale e viva e continua
a offrire spunti di riflessione a chiunque si occupi di fotografia, architettura, urbanistica e anche di
paesaggio. Proprio per questo la Regione Valle D’Aosta ha voluto offrire al pubblico l’opportunità di
vedere la mostra per un periodo più lungo dell’usuale, quasi cinque mesi: da fine aprile a fine
settembre 2018.
L’itinerario espositivo, diviso per nuclei di ricerca e non strettamente cronologico, prende
l’avvio da uno dei suoi lavori più noti, quei “Milano Ritratti di fabbriche” (1978-1980) che
hanno segnato l’inizio delle sue indagini sulle città del mondo. Quindi immagini a colori inedite
di Beirut ricostruita (2011) e di alcune metropoli del mondo (Shanghai, Rio, Istanbul, Mosca,
tra le altre) e le trasformazioni del paesaggio contemporaneo con due serie di immagini
dedicate alla montagna, in Valle d’Aosta e al passo del San Gottardo, in Svizzera.
Novantasei foto provengono poi dal lavoro “Sezioni del paesaggio italiano”, compiuto in
collaborazione con Stefano Boeri per la Biennale di Architettura di Venezia, nel 1996. Fa
seguito un’ampia indagine realizzata in collaborazione con l’architetto Luigi Snozzi in una
cittadina svizzera, Monte Carasso (1996), oggi periferia di Bellinzona, che documenta la
trasformazione della città grazie agli interventi operati dallo stesso Snozzi. Conclude
l’itinerario una selezione di immagini di paesaggio, scattate in luoghi e occasioni diverse, tra le
quali quelle commissionate dalla Mission Photographique de la DATAR (1984-1985) in Francia.
L’allestimento è accompagnato da alcuni video dedicati a Gabriele Basilico. Il catalogo, edito da
Scalpendi, contiene testi di Angela Madesani, di Giovanna Calvenzi e di Daria Jorioz.
La mostra resterà aperta sino a domenica 23 settembre 2018, orario 9-19, tutti i giorni.
Il costo del biglietto d’ingresso è di 6,00 euro intero, 4,00 euro ridotto; 3,00 euro per i soci del Touring Club Italiano e Alpitur;
entrata gratuita per i minori di 18 anni e per le scuole.
GABRIELE BASILICO. LA CITTÀ E IL TERRITORIO
Aosta, Museo Archeologico Regionale, Piazza
Roncas 12
28 aprile – 23 settembre 2018
INAUGURAZIONE VENERDI 27 APRILE ORE 18
A cura di Angela Madesani
Prodotta da
· Assessorato Istruzione e Cultura della Regione
Autonoma Valle d’Aosta
· Scalpendi Editore
In collaborazione con
· Archivio Gabriele Basilico
· Accademia di Architettura di Mendrisio/USI
Coordinamento generale a cura di Raffaella Resch
Catalogo Scalpendi editore (Bilingue, italiano e
francese)
Sponsor tecnico
Ciaccio Arte/BIG – Broker Insurance Group
Media Partner
Artdirectory-Marussi
ORARIO ǀ APERTO TUTTI I GIORNI DALLE 9.00 ALLE 19.00
BIGLIETTI ǀ € 6,00 INTERO, € 4,00 E 3,00 RIDOTTI .
Abbonamento con la mostra Nicola Magrin. La
traccia del racconto, in corso dal 5 maggio 2018 al
Centro Saint-Bénin di Aosta, al costo di 10,00 euro
intero e 6,00 euro ridotto.
Per informazioni
· Assessorato Istruzione e Cultura della Regione
autonoma Valle d’Aosta: tel. 0165 275937, umostre@regione.vda.it
· Museo Archeologico Regionale: Tel 0165.275902,
www.regione.vda.it
Facebook: Gabriele Basilico – città e territorio
@GabrieleBasilicoAosta
Biografia
Gabriele Basilico nasce a Milano nel 1944. Dopo la laurea al Politecnico di Milano (1973) decide di
dedicarsi alla fotografia e conferma la sua vocazione con il progetto del 1978-80 Milano. Ritratti di
fabbriche (SugarCo, Milano, 1981), esposto al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano nel 1983.
Nel 1984 il primo incarico pubblico internazionale: viene invitato a partecipare, unico italiano, alla
missione fotografica indetta dalla Délégation à l’Aménagement du Territoire et à l’Action Régionale
(DATAR), un progetto di documentazione sulle trasformazioni del paesaggio contemporaneo voluto
dal governo francese, da cui nasce il progetto Bord de mer (AR-GE Kunst, Bolzano, 1990/Art&, Udine,
1992/Contrasto, Roma 2017).
Nel 1991 partecipa, con un gruppo internazionale di fotografi, a una missione a Beirut, città devastata
da quindici anni di guerra civile (Basilico Beyrouth/Basilico Beirut, La Chambre Claire, Parigi
1994/Art&, Udine 1994).
Da allora Basilico partecipa a numerosissimi progetti di documentazione sul territorio, sulle città e su
paesaggi antropizzati in Italia e all’estero, dai quali sono nate mostre e numerosissime pubblicazioni,
come:
Porti di mare (Art&, Udine, 1990); L’esperienza dei luoghi, Fotografie di Gabriele Basilico 1978-1993
(Fondazione Galleria Gottardo, Lugano, 1994); il progetto per l’Ufficio federale della cultura svizzero
Monte Carasso: la ricerca di un centro. Un viaggio fotografico di Gabriele Basilico con Luigi Snozzi (Lars
Müller Publishers, Baden, 1996); Sezioni del paesaggio italiano/Italy, Cross Sections of a Country, con
Stefano Boeri, con cui partecipa alla VI Mostra Internazionale di Architettura, Biennale di Venezia
(Art&, Udine, 1997/ Scalo, Zurigo, 1998); The Interrupted City/La ciudad interrumpida (Actar,
Barcellona, 1999); Cityscapes (Baldini & Castoldi, Milano/ Thames & Hudson, London, 1999); Milan,
Berlin, Valencia (Actar, Barcellona, 2001); Scattered City, un progetto sulle città europee (Baldini
Castoldi Dalai editore, Milano/Le Point du Jour, Paris, 2005); in occasione della grande retrospettiva
alla Maison Européenne de la Photographie a Parigi Carnet de travail 1969-2006/Appunti di viaggio
1968-2006 (Actes Sud Editions, Arles/Peliti Associati, Roma/Dewi Lewis Publishing, Stockport, 2006);
Gabriele Basilico Roma 2007 (Baldini Castoldi Dalai editore, Milano, 2007); Gabriele Basilico, Silicon
Valley , 07 per incarico del San Francisco Museum of Modern Art (Skira, Milano, 2007); Intercity (La
Fabrica, Madrid, 2008). Tra i suoi ultimi lavori ricordiamo l’indagine sul paesaggio urbano della
capitale russa ripresa dalla sommità delle sette torri staliniane Mosca Verticale (Federico Motta
Editore, Milano, 2008); e ancora gli importanti progetti su Istanbul (2010), Shanghai (2010), Beirut
(2011), Rio de Janeiro (2011).
Nel 2012 partecipa alla XIII Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia con il
progetto Common Pavilions, curato da Adele Re Rebaudengo e realizzato in collaborazione con Diener
& Diener Architekten (Scheidegger & Spiess, Zurigo, 2013).
Gabriele Basilico muore a Milano il 13 febbraio 2013.