LE NUOVE SNEAKERS “JESSE” A PITTI UOMO FIRENZE

 

LE NUOVE SNEAKERS “JESSE” A PITTI UOMO FIRENZE

Uno scatto. Un salto. Un allungo. Un sorriso.

Alle Olimpiadi del 1936, in soli sei giorni, Jesse Owens riscrisse la Storia dello Sport entrando nella leggen- da.

A Berlino, davanti ad Adolf Hitler.

Un’impresa incredibile, con un comune filo condutto- re: dei piedi fatati, veloci come Mercurio, il messag- gero degli dei.

Da questi guizzi vincenti, dalla terra della pista olimpica graffiata dai balzi leggiadri e dal sacro furore di Owens, è scaturita la scintilla di Fabi Shoes, l’omaggio devoto e dovuto a quel piede mitologico.

Le nuove sneakers “Jesse” sono il risultato ultimo e fiore all’occhiello di un progetto nato tre anni fa, e Pitti Immagine Uomo 2018 il punto di partenza ideale per presentarle.

L’estetica e i colori – sia in pelle che in camoscio – rimandano a quei ricordi polverosi e me- morabili: un classico sportivo di lusso con tutte le qualità di grande pregio delle Flex Goo- dyear, reso possibile grazie alla lavorazione brevettata dei 102 passaggi.

Delle sneakers comode, semplici come le umili origini di Jesse Owens da cui hanno preso in prestito il nome, ma eleganti come la corsa eterea del nativo dell’Alabama.

Un legame con l’atleta afroamericano che s’intreccia nel profondo delle cuciture e dei pellami, robusti e morbidi in quanto indispensabili per la costruzione reverse, un’antica lavorazione adottata per non mo- strare la cucitura esterna e per rendere la calzatura più impermeabile.

Cure e attenzione ai dettagli che rendono la scarpa ancor più preziosa e assolutamente inconfondibile, come la suola in gomma Vibram Gumlite poggiata su

un sottile strato di cuoio che avrebbe fatto comodo persino a Jesse, negli anni Trenta.

Una creatura fatta di pelle, lacci e gomma per competere su tutte le superfici, ispirata anche da quello che lo storyteller italiano per eccellenza Federico Buffa ha raccontato su una delle figure più simboliche del Novecento, tanto da portarlo a teatro.

Perchè, tra le tante cose “ha mostrato che un atleta come lui non era mai nato.” A James Cleveland Owens, per tutti Jesse, abbiamo detto grazie così.

 

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