la Biennale di Venezia / i Leoni d’oro alla carriera Danza Musica Teatro

Rid.DECLAN DONNELLAN BY JOHN HAYNES Rid.MaguyMarin Marin©CavalcaHD2 Rid.Sciarrino

la Biennale di Venezia / i Leoni d’oro alla carriera

dei settori Danza Musica Teatro della Biennale di Venezia 2016

Maguy Marin Leone d’oro alla carriera per la Danza

Salvatore Sciarrino Leone d’oro alla carriera per la Musica

Declan Donnellan Leone d’oro alla carriera per il Teatro

Sono stati attribuiti i Leoni d’oro alla carriera alla coreografa francese Maguy Marin (Danza), al compositore italiano Salvatore Sciarrino (Musica) e al regista inglese Declan Donnellan (Teatro). Il riconoscimento ai tre artisti è stato proposto rispettivamente dal direttore Virgilio Sieni per la Danza, Ivan Fedele per la Musica e Àlex Rigola per il Teatro, e accolto dal Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta.

Esponente storica del teatrodanza francese, Maguy Marin è un’artista che con le sue opere ha aperto nuove strade all’arte contemporanea: il suo May B, nato su frammenti di testi beckettiani nel 1981 e ancora oggi rappresentato sulle scene di tutto il mondo, esprime la potenza drammatica del suo stile. Alla dimensione espressiva della coreografa francese pensa il Direttore Sieni proponendola per il premio alla carriera: “Per il lavoro di ricerca attraverso il corpo e lo spazio, che di volta in volta è andato a costruire un atlante di scoperte dove il senso dell’arte ha rivelato la complessità dell’uomo contemporaneo, mettendo in relazione i sentieri dell’umano con gli spazi necessari della ricerca coreografica”

“Cultore d’arte e raffinato pedagogo, Salvatore Sciarrino è universalmente riconosciuto come una delle voci più originali ed autorevoli del nostro tempo – così recita la motivazione del premio del Direttore Fedele, che prosegue: “Sciarrino ha dedicato la propria esistenza all’arte del compore con spirito di ricerca e invenzione incessanti che lo hanno portato a scoprire un mondo sonoro inaudito dando un impulso decisivo al rinnovamento della musica contemporanea e dimostrando come la musica, per rinnovarsi e ritrovarsi, debba uscire dalla propria forma storicizzata per farsi esperienza d’ascolto in cui lo spettatore è al centro di fenomeni misteriosi e quasi ancestrali”.

E’ proprio alla Biennale di Venezia che il talento precocissimo ed eretico di Sciarrino si rivela, quando nel 1969, al 32. Festival Internazionale di Musica Contemporanea debutta con un pezzo sinfonico, Ancòra (berceuse). Da allora la musica di Sciarrino è stata costantemente presente nelle programmazioni dell’istituzione veneziana e nei più importanti teatri di tutto il mondo.

Fra i più influenti registi europei ad aver affrontato i grandi classici della drammaturgia di tutto il mondo, pescando nel ricchissimo teatro elisabettiano, giacobino e della Restaurazione, nel teatro classico tedesco e francese, nel siglo de oro del teatro spagnolo, in quello russo, ma anche nella grande letteratura, Declan Donnellan è premiato alla carriera secondo la motivazione del Direttore Rigola: “Per la sua profonda fiducia nel testo. Per la sua capacità di avvicinare i testi classici al pubblico contemporaneo conservando intatta la capacità di lettura. Per aver messo gli attori al centro del suo lavoro riuscendo ad ottenere il meglio da loro. Parlare degli spettacoli di Declan Donnellan è parlare di un immenso lavoro in campo attorale”. Declan Donnellan era stato presente al 42. Festival Internazionale del Teatro con Ubu Roi di Jarry, salutato come un capolavoro dalla stampa internazionale.

In passato il riconoscimento alla carriera per la Danza era stato attribuito a Merce Cunningham (1995), Carolyn Carlson (2006), Pina Bausch (2007), Jirí Kylián (2008), William Forsythe (2010), Sylvie Guillem (2012), Steve Paxton (2014), Anne Teresa De Keersmaeker (2015); il riconoscimento alla carriera per il Teatro era stato attribuito a Ferruccio Soleri (2006), Ariane Mnouschkine (2007), Roger Assaf (2008), Irene Papas (2009), Thomas Ostermeier (2011), Luca Ronconi (2012), Romeo Castellucci (2013), Jan Lauwers (2014), Christoph Marthaler (2015); il riconoscimento alla carriera per la Musica era stato attribuito a Goffredo Petrassi (1994), Luciano Berio (1995), Friedrich Cerha (2006), Giacomo Manzoni (2007), Helmut Lachenmann (2008), György Kurtág (2009), Wolfgang Rihm (2010), Peter Eötvös (2011), Pierre Boulez (2012), Sofija Gubajdulina (2013), Steve Reich (2014), Georges Aperghis (2015).

 

Cenni biografici

Maguy Marin (Tolosa – Francia, 1951) – Dopo gli studi al Conservatorio di Tolosa e i corsi di perfezionamento con Nina Vyroubova a Parigi, dal 1968 al 1972 Maguy Marin entra a far parte del corpo di ballo dell’Opera di Strasburgo. Nel 1972 è a Bruxelles, presso il Mudra di Béjart, dove partecipa alla formazione del gruppo Chandra, che riunisce i talenti della scuola sotto la direzione di Micha van Hoecke. Dal 1974 al 1977 è membro effettivo della compagnia di Béjart, Les ballet du XXe siécle, per cui non solo interpreta coreografie di repertorio e nuove opere, ma partecipa anche in veste di coreografa alla creazione di Yu-Ku-Ri (1976). Nel 1977 torna a Bruxelles per collaborare con Daniel Ambash, con il quale fonda il Ballet-Théâtre de l’Arche, destinato a diventare, nel 1984, Compagnie Maguy Marin. Pur firmando tutti gli spettacoli della sua compagnia, Maguy Marin ha creato opere per grandi formazioni e istituzioni: Dutch National Ballet, Nederlands Dans Theater 3, Opera di Parigi, Opera di Lione (dove è stata coreografa residente dal 1992 al 1994).

Tanti sono gli spettacoli divenuti celebri di Maguy Marin – Babel Babel (1976), Cendrillon (1985), Coups d’état (1988), Made in France (1992), Aujourd’hui peut-être (1996), Quoi qu’il en soit (1999), Pièces détachées (2002), Umwelt (2004), Turba (2007), Salves (2010) – ma è May B, spettacolo ispirato all’universo letterario di Samuel Beckett e creato nel 1981, ad essere considerato ancora oggi un capolavoro che non smette di essere rappresentato in Francia e nel mondo.

Oltre alle onoreficenze ricevute in patria, è una delle poche non statunitensi a ricevere l’American Dance Festival Award nel 2003, mentre nel 2008 riceve un Bessie Award a New York per Unwelt, presentato al Joyce Theater. La sua ultima creazione è BiT (2014).

Salvatore Sciarrino (Palermo – Italia, 1947) – Precocissimo, autodidatta, Sciarrino irrompe sulla scena musicale alla Biennale di Venezia nel ’69 con un pezzo sinfonico, Ancòra (berceuse), ma comincia a comporre all’età di 12 anni e la prima esecuzione di una sua opera risale al 1962, nell’ambito della settimana internazionale di Nuova Musica a Palermo. La sua precocità e il suo segno inconfondibile ci consegnano un catalogo eccezionalmente vasto e articolato, insieme a una discografia che ammonta a più 110 CD, tra le più ricche di un autore vivente. L’originalità della sua ricerca sposta il centro della musica focalizzata sul rapporto suono/silenzio, si traduce nell’invenzione di un teatro musicale contemporaneo di assoluta radicalità, dove la musica comincia proprio ai limiti dell’impercettibile: “Con me la musica abita una regione liminare come i sogni, dove una cosa è e non è ancora, ed è anche un’altra cosa”.

Ha vinto numerosi premi internazionali e ha composto per il Teatro alla Scala, la Rai, il Maggio Musicale Fiorentino, la Biennale di Venezia, il Teatro La Fenice, il Teatro Carlo Felice, l’Arena di Verona, Opera di Stoccarda, Opera di Francoforte, Opera di Berlino, Opera di Parigi, il Festival delle Nazioni, i Festival di Schwetzingen, Witten, Salisburgo, Wien Modern, Wiener Festwochen, Berliner Festspiele Musikbiennale, Holland Festival, Concertgebouw, London Symphony Orchestra, Suntory Hall di Tokyo, Accademia Nazionale di Santa Cecilia e molte altre importanti istituzioni musicali italiane ed estere. A 30 anni è stato nominato direttore artistico del Teatro Comunale di Bologna (1978/80). Notevole spazio occupa l’attività didattica. Autore di quasi tutti i libretti delle proprie opere teatrali, Sciarrino si è dedicato anche  all’attività di teorico e divulgatore: ricordiamo qui Le figure della musica, da Beethoven a oggi (Ricordi, 1998) e Carte da suono. Scritti 1981-2001 (CIDIM – Novecento, 2001).

Declan Donnellan (Manchester – Gran Bretagna, 1953) – Cresciuto a Ealing (Londra), studia lettere e diritto al Queens’ College di Cambridge. Nel 1981 fonda con Nick Ormerod la compagnia Cheek by Jowl, per cui ha diretto oltre 30 spettacoli – affrontando i classici della drammaturgia di tutto il mondo – rappresentati in circa 400 città attraverso i 5 continenti. Attualmente Cheek by Jowl realizza gli spettacoli di Donnellan e Ormerod in tre lingue diverse. Fra i lavori più recenti: Ubu Roi in francese, Measure for Measure in russo e The Winter’s Tale in inglese.

Per la Royal Shakespeare Company Donnellan ha diretto The School of Scandal, King Lear, Great Expectations. Ha inoltre realizzato Le Cid per il Festival di Avignone, The Winter’s Tale per il Maly Drama Theatre di San Pietroburgo su invito di Lev Dodin e Andromaque di Jean Racine al Bouffes du Nord invitato da Peter Brook.

Ha scritto Lady Betty, ha adattato On ne badine pas avec l’amour di Alfred de Musset, Antigone di Sofocle, Il mandato di Nikolai Erdman, Masquerade di Mikhail Lermontov. Dopo il cortometraggio The Big Fish (1992) e la regia televisiva di The Making of Martin Guerre: a Musical Journey (1997), ha esordito sul grande schermo con il film Bel Ami – Storia di un seduttore (2012), interpretato dal divo della saga Twilight Robert Pattinson, da Uma Thurman e Kristin Scott-Thomas.

Ha firmato la regia di Falstaff, diretto da Claudio Abbado, al Festival di Salisburgo, e realizzato i balletti Romeo e Giulietta e Amleto per il Teatro Bolshoi.

Il suo libro The Actor and the Target, pubblicato in Russia nel 2001, è stato tradotto in quindici lingue, fra cui italiano, francese, spagnolo, tedesco, rumeno e mandarino. E’ regista associato al National Theatre di Londra

 

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