Presentazione del Padiglione Lombardia al Vinitaly

Conf Stampa presentazione Pad Lombardia a Vinitaly 220316

Qualità al top e imprese sempre più giovani: la Lombardia

sbarca al Vinitaly celebrando una vendemmia da record 

Il 2015 si chiude con il boom delle produzioni Docg (+11,7%) e Doc (+9%)

Nuova sala degustazione nel Padiglione lombardo, che riunirà circa 200 aziende

  Un incremento dell’11,7% delle produzioni Docg. Una crescita del 9% di quelle Doc. E una vendemmia caratterizzata dalla decisione coraggiosa di puntare su un livello qualitativo al top. Tutto questo per concentrare la produzione in un’annata destinata a essere ricordata per l’alta qualità espressa.

È questa la cornice nell’ambito della quale la Collettiva lombarda si prepara a sbarcare alla 50ª edizione di Vinitaly, il Salone internazionale del vino e dei distillati che si terrà a Verona dal 10 al 13 aprile. Anche quest’anno il Padiglione Lombardia, ospitato nel “salotto buono” della fiera al secondo piano del PalaExpo, sarà infatti tra quelli con i livelli di partecipazione più alti, con circa 200 aziende presenti e oltre mille etichette in degustazione.

Una presenza caratterizzata dalla scelta sempre più netta dei vitivinicoltori lombardi di procedere sulla strada della qualità. Nel 2015, infatti, la quota di vini a Denominazione d’origine sulla produzione lombarda ha raggiunto il dato record del 54,9% tra Docg e Doc. E, se si considerano anche le produzioni di Igt, la quota di vini lombardi a Denominazione di qualità sfiora il 90%, contro una media nazionale del 75% (dato Istat per il 2014), per un totale di 1,15 milioni di ettolitri di vino (pari a 153 milioni di bottiglie potenziali).

Uno sforzo coinciso non a caso con l’anno di Expo Milano 2015, che ha messo la Lombardia al centro della scena internazionale. “La Lombardia è la prima regione agricola italiana e la seconda a livello europeo, apprezzata sul mercato nazionale e internazionale per la qualità dei suoi prodotti, che rappresentano al meglio l’incontro fra tradizione e innovazione”, ha spiegato il Presidente della Regione, Roberto Maroni.

Noi lavoriamo per tutelare le nostre produzioni dalla contraffazione alimentare, perché l’Italian sounding – il consumo di prodotti che sembrano italiani ma che non lo sono – crea danni alla salute e all’economia”, ha proseguito Maroni. “Sosteniamo inoltre i giovani che vogliono impegnarsi in questo settore e le aziende che puntano ai mercati internazionali. Lo abbiamo fatto durante Expo Milano 2015, organizzando incontri business to business a Pianeta Lombardia, lo faremo a Vinitaly nel Padiglione Lombardia con il supporto di Unioncamere. Poiché il 29 maggio si apre l’anno del turismo in Lombardia, anche questa sarà una grande opportunità per valorizzare l’enogastronomia dei nostri territori”. 

IL RUOLO DEI GIOVANI Tra i principali protagonisti di questa tendenza, che si conferma anno dopo anno, sono senz’altro le nuove generazioni. Rilevando aziende di famiglia o ponendosi alla guida di nuove start up, i giovani hanno infatti introdotto e rafforzato nel mondo vitivinicolo regionale l’utilizzo in vigna e in cantina di modalità produttive più avanzate e sostenibili, per ottenere vini in linea con le richieste non solo del mercato nazionale, ma anche di quelli esteri. La loro presenza in azienda è testimoniata dai numeri: in Lombardia quasi un’impresa vitivinicola su sette (13,2%) è guidata da giovani. Ma l’impatto positivo sulla produzione è ancora più ampio, e riguarda anche i tanti i casi in cui il passaggio di consegne tra una generazione e l’altra è già in atto anche se non è ancora stato formalizzato dal punto di vista societario.

A sostenere questo processo sono anche le misure ad hoc varate da Regione Lombardia, che nell’ultimo Programma di Sviluppo Rurale (PSR) ha promosso con interventi concreti l’insediamento dei giovani in agricoltura, destinando al solo comparto vitivinicolo circa quattro milioni di euro. “I giovani da alcuni anni guardano con interesse all’agricoltura”, ha dichiarato l’Assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia, Gianni Fava “e la sfida sarà, per favorire un ricambio generazionale ancora complesso nelle sue dinamiche, fare in modo che migliori il reddito delle imprese agricole. Se riusciremo a fare in modo che i mercati, interno e internazionale, premino la qualità delle produzioni, così come negli ultimi anni è avvenuto nel mondo del vino, riusciremo a garantire un futuro al Made in Italy”.

“Oggi a Milano”, ha proseguito Fava, “presentiamo la 50ª edizione di Vinitaly, manifestazione proiettata ai prossimi 50 anni, con un tributo a tre giovani imprenditrici: Diletta Cavalleri, produttrice di vino in Franciacorta, Cristina Cerri dell’azienda agricola Travaglino in Oltrepò Pavese, Claudia Crippa dell’azienda agricola Le Coste, nel comprensorio dell’Igt Terre Lariane. Rappresentano a diverse latitudini il futuro della vitivinicoltura lombarda di qualità e saranno fra le 200 aziende che esporranno alla rassegna di Verona”.

IL SUCCESSO SUI MERCATI ESTERI – Un futuro che, per le oltre tremila aziende vitivinicole presenti in Lombardia, va nel segno di una diffusione sempre più ampia sui mercati esteri. Tra il 2010 e il 2015 il valore dell’export dei vini lombardi è infatti cresciuto del 20%, arrivando a quota 255 milioni di euro.

Proprio per promuovere ulteriormente le esportazioni quest’anno il Padiglione Lombardia, realizzato e finanziato in Accordo di programma da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, proporrà un’importante novità: una Sala degustazione da oltre 30 posti destinata in primo luogo ad accogliere le delegazioni di buyer stranieri. “Oggi che la sfida si gioca più che mai sui mercati internazionali, il nostro obiettivo è quello di sostenere i produttori favorendo il loro incontro con i clienti stranieri”, ha spiegato Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia.

“Negli ultimi anni sono stati raggiunti dei risultati considerevoli, ma il patrimonio ineguagliabile sia in termini di varietà sia in termini di qualità su cui può contare la Lombardia garantisce ampi margini di crescita. Siamo la regione con maggiore possibilità di scelta in Italia, con spumanti di fama internazionale, passiti da meditazione, grandi rossi eroici di montagna, bianchi eleganti, rosati dall’incomparabile fascino, bianchi e rossi fermi e frizzanti, oltre a varie produzioni di nicchia di inestimabile valore”, ha proseguito Auricchio. “Per questo dobbiamo coltivare l’ambizione di fare del vino un fattore riconosciuto di eccellenza per la nostra Regione, al pari di moda e design”.

L’IMPEGNO COMUNE DEI CONSORZI – È con questo obiettivo che il Padiglione Lombardia proporrà un fitto calendario di incontri e degustazioni per buyer, operatori e giornalisti che vorranno conoscere meglio la variegata offerta dei vini lombardi. Una serie di iniziative frutto della collaborazione tra la Regione Lombardia, il Sistema camerale lombardo e i Consorzi di tutela dei vini lombardi, i quali più che mai quest’anno sono stati capaci di unire le forze per un impegno comune.

Saranno soprattutto loro a valorizzare un sistema regionale che, pur contribuendo solamente per il 3% in termini di volumi alla produzione nazionale, copre ben l’8% delle Denominazioni di qualità: 5 Docg, 22 Doc, 15 Igt, tutte frutto della varietà di ambienti, di clima e terroir che caratterizzano la Lombardia. Una terra di grandi laghi, colline e montagne, che quest’anno sarà perfettamente rappresentata a Vinitaly 2016 da Consorzio Franciacorta, Consorzio Lugana, Consorzio Moscato di Scanzo, Consorzio Oltrepò Pavese, Consorzio Provinciale Vini Mantovani, Consorzio San Colombano, Consorzio Terre Lariane, Consorzio Valcalepio, Consorzio Valtellina, Consorzio Valtènesi ed Ente Vini Bresciani (per Montenetto, Botticino, San Martino della Battaglia e Cellatica).

Presente una rappresentanza di donne tra le tante che si sono dedicate alla produzione di vino a partire da piccoli appezzamenti di tradizione familiare.

Diletta Cavalleri – Azienda agricola Cavalleri (Franciacorta)Laureata in Economia e Commercio per l’arte, la cultura e la comunicazione, Diletta entra nell’azienda di famiglia nel 2009. Tornata in Italia dopo quasi due anni di esperienza all’estero, a Londra, di fronte a varie proposte di lavoro sceglie di rispondere al “richiamo della terra” ed entra con entusiasmo nell’azienda fondata dal bisnonno in Franciacorta e portata avanti prima dal nonno e poi dalla madre Giulia.

Travolta dalla passione per il vino e per il mondo che lo circonda, dopo un’intensa formazione in tutti gli ambiti, compreso quello produttivo e quello amministrativo, oggi si occupa prevalentemente della parte commerciale. Gestisce una rete di circa 50 agenti e gli importatori in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone.

Partecipa inoltre alle scelte strategiche dell’azienda, che è condotta in biologico, con primi esperimenti verso la biodinamica. La sua presenza garantisce che tutti gli ambiti rispecchino i valori a cui l’azienda è improntata: qualità, etica, rispetto dell’ambiente e dell’essere umano.

Cristina Cerri – Azienda agricola Travaglino (Oltrepò Pavese)Dopo una laurea in Economia e Commercio alla Bocconi e in International Business Management in lingua inglese all’Università Carlo Cattaneo – Liuc, e dopo significative esperienze all’estero in Spagna, Cina e Australia, nel 2013 Cristina Cerri Comi prende in mano le redini della Tenuta Travaglino. Giovanissima ha chiaro qual è il suo compito all’interno dell’azienda vitivinicola: espandere le caratteristiche peculiari di un terroir unico e generoso, esaltare la tipicità e lo stile di una cantina storica, concentrarsi sulla qualità dei vini, sul rigore tecnico e sul controllo puntiglioso di tutta la filiera, dare ulteriore slancio all’apertura ai mercati esteri, proiettarsi con pragmatismo e fermezza verso il futuro.

Cristina ha una determinazione quasi manichea, una forte passione per il mondo della vitienologia che si affianca in modo naturale alla sua competenza in ambito di marketing e comunicazione.

Claudia Crippa – Azienda agricola La Costa (Igt Terre Lariane)Claudia comincia a produrre i primi vini e a dare vita all’attività agrituristica nel 2000, valorizzando così il lungo lavoro di recupero della Cascina Scarpata e del terreno annesso che erano stati acquistati dalla famiglia Crippa quattro anni prima dopo decenni di abbandono. La posizione dell’azienda è incantevole: sul crinale di un teatro morenico terrazzato e ben esposto nel Parco naturale di Montevecchia e della Valle del Curone.

Grazie alla sua passione oggi La Costa possiede circa 12 ettari di vigneto che comprendono varietà assai diversificate, coltivate ad agricoltura biologica.

Nel 2010 Claudia, insieme ad altri sei produttori, si impegna per la valorizzazione del territorio, dando vita al Consorzio vini Igt Terre Lariane del quale è tuttora Presidente. Oggi il consorzio conta 18 soci che seguono l’attività di formazione, di ricerca e di promozione.

http://www.vinitaly.com/

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