Design: la Camera di commercio va in mostra alla Fondazione Achille Castiglioni

Fino al 31 luglio, presso la Fondazione Achille Castiglioni, in piazza Castello 27,

il lavoro progettuale compiuto dai fratelli Castiglioni negli anni Cinquanta.

Una ristrutturazione avanti nei tempi, oggi visibile negli spazi istituzionali.

  In mostra fino al 31 luglio, architettura e design della sede della Camera di commercio di palazzo Turati.

Come visitare la mostra. La visita guidata alla mostra “Progetto totale. Camera di commercio Industria e agricoltura di Milano. A e P.G. Castiglioni. 1958” presso la Fondazione Achille Castiglioni in piazza Castello 27 a Milano dura circa un’ora (www.mi.camcom.it, www.achillecastiglioni.it). L’esposizione “Progetto totale” – tra bozzetti, disegni, prototipi e immagini inediti – ha per tema la ricostruzione della Camera di commercio del 1958, opera dei fratelli Castiglioni, consulente artistico Piero Portaluppi: un progetto d’architettura d’interni e di prodotto industriale che ha contribuito alla rinascita di Milano nel dopoguerra. Visite guidate su prenotazione: fondazione@achillecastiglioni.it, tel. 02 8053606.

L’allestimento. Fin dall’ingresso, l’allestimento curato dal designer Marco Marzini fa immergere nell’atmosfera di via Meravigli – scritta e suoni di auto e tram compresi.

La “sala dei progetti” della Fondazione è animata da tre pannelli girevoli a cilindro che ruotano lentamente, per una comoda lettura.

Nella sala riunioni sono esposti e riprodotti i documenti dell’epoca, per tornare nel 1958, data dell’inaugurazione di palazzo Turati, sede della Camera di commercio di Milano, che ancora oggi mantiene l’impostazione estetica e funzionale data da Achille e Pier Giacomo Castiglioni.

La Fondazione ospita anche il modello della statua in bronzo di S. Ambrogio dello scultore Negri, oggi nel cortile della Camera di commercio alta 3,50 m, voluto in postura civile più che religiosa. La scultura richiama la precedente sede di palazzo Giureconsulti in piazza Mercanti, oggi centro congressi della Camera di commercio.

In Fondazione si trovano anche i modelli dell’ingresso a vetri che dava sul giardino, che continua nello scalone d’ingresso a vetrate – che ancora oggi caratterizza l’edificio e introduce alle sale convegni – e della sala Consiglio, lignea e con il logo di S. Ambrogio realizzato da Castiglioni, voluta a due piani, di cui uno per la stampa, con sedie in velluto rosso come quelle della prima classe dei treni dell’epoca. Tra il materiale in mostra si trovano anche i disegni della vetrata del De Amicis il cui incarico fu allora assegnato con un concorso. Sono, inoltre, visibili i mobili allora disegnati dagli architetti, come la lampada Saliscendi studiata per la sala Giunta, che quest’anno torna sul mercato con l’azienda Stilnovo.  

I documenti storici sull’inaugurazione del 1958. L’inaugurazione di Camera di commercio avvenne domenica 27 aprile 1958 con il ministro dell’industria Gava e l’arcivescovo Montini, che poi sarebbe diventato Papa. La sede precedente, dal 1914, era a Palazzo Giureconsulti in piazza Mercanti angolo piazza Duomo, oggi sede congressuale.
I lavori degli anni Cinquanta. Furono necessari quattro anni di lavoro per la ristrutturazione dell’edificio che era stato distrutto quasi interamente nell’agosto del 1943 dai bombardamenti aerei. I vincoli imposti agli architetti furono la conservazione della facciata su via Meravigli e il rispetto del teatro romano nella sede sottostante: quest’ultimo solo da poco è stato riaperto al pubblico dalla Camera di commercio come “museo sensibile” contemporaneo con forme in movimento tra luci, suoni, odori per un viaggio nel tempo della Milano romana (ingresso libero su appuntamento
: teatroromano@mi.camcom.it). 

Gli uffici nel 1958. Oltre agli uffici dell’epoca, registro ditte al piano terra, brevetti, trasporti, credito, statistica, prezzi, industria, agricoltura, artigianato, archivio, studi, c’erano uffici dedicati ai “danni di guerra”, le abitazioni dei custodi, il Gruppo Lombardo dei Cavalieri del Lavoro, l’Associazione stampa tecnica, il Comitato Nazionale Produttività e la Camera di commercio delegazione per l’Alta Italia.

La Borsa Valori era inclusa nella ristrutturazione, con la sala delle grida e il salone dei mercati (coloniali, caseari, pelli, legnami, materiali a costruzione) nell’ambiente sottostante la Borsa. La mensa per i dipendenti era all’ultimo piano del palazzo della Borsa. Allo stesso piano c’era il Laboratorio di analisi per l’Associazione granaria, che aveva al piano terra anche un Mercato Cereali. 

I costi. Secondo i preventivi 750 milioni di lire di allora, di cui l’1,2%  per le prestazioni inerenti lo sviluppo completo dell’opera, riducibile del 50% in caso di superamento della cifra preventivata.

Un progetto mirato allo sviluppo: Sala Consiglio e Conferenze con cabina cinematografica, traduzioni simultanee in quattro lingue, spazi per la stampa, spazi dedicati al business con stranieri, laboratori di analisi e sale contrattazioni. Condizionamento allora innovativo per l’Italia, con vasche di accumulo a ghiaccio, riscaldamento/raffreddamento con pannelli radianti a soffitto, tre ascensori. Illuminazione a luce fluorescente con fonti luminose in corrispondenza delle finestre per avere la sorgente luminosa nella stessa posizione di giorno e di sera. Impianto antincendio con segnalazione automatica della presenza di fumo. Centro meccanografico per schedature e calcoli statistici, con impianto elettrico sottopavimento per aggiunta di macchine senza la rottura della pavimentazione. 

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