Teatro Argot Studio
10 e 11 gennaio ore 21.00
domenica 12 gennaio ore 17.30
Teatro Studio Krypton
PANZA, CRIANZA, RICORDANZA
scritto, diretto e interpretato da Giancarlo Cauteruccio
con il sostegno di Regione Toscana
Al Teatro Argot Studio di Roma, nell’ambito della stagione congiunta con il Teatro dell’Orologio DOMINIO PUBBLICO, Giancarlo Cauteruccio presenta, dal 10 al 12 gennaio, il monologo Panza, Crianza, Ricordanza lo spettacolo è un’analisi spietata sulla realtà della parola defraudata dal caotico sistema della comunicazione; un viaggio poetico nel quale la fame diviene lamento e invettiva. Risale al 1990 al Teatro municipale di Mosca, il primo esperimento nel quale Cauteruccio utilizza il dialetto calabrese in uno spettacolo su Pitagora, poi continua con “Finale di partita” ottenendo un grande successo. Con la trilogia “Panza, Crianza, Ricordanza” si definisce con più forza l’idea del dialetto calabrese come lingua teatrale. Con i poemetti che affrontano il tema della solitudine Cauteruccio si fa testimone e interprete del dramma della fisicità. La vitalità del corpo attraverso la parola si lancia contro il nulla e l’ascolto soccombe alla potenza dell’immagine, catapultando tutto nel silenzio. Infine il ricorso alla memoria: il dolore, i soprusi, le ingiustizie, la malattia. Cercare nei luoghi reconditi dell’esperienza le ragioni le scelte, i piaceri, le conquiste, la nascita, gli amori, i lutti, i fallimenti, per riattraversarli e trasformarli in nuovi punti di riferimento.
Partendo da una presa di coscienza di crisi del corpo nella propria identità, Giancarlo Cauteruccio si inoltra in un percorso in cui recupera la sua lingua originaria componendo tre poemetti che affrontano le tematiche della solitudine e della marginalità esistenziale dell’uomo contemporaneo, filtrate attraverso la sua condizione fisica di obeso, in qualche modo, diverso. La sua voce inconfondibile, il suo idioma antico, la sua obesità malata, la sua visionarietà fortemente intrisa di memoria, concorrono a creare una particolare opera performativa. In questo assolo Cauteruccio racconta il proprio corpo estirpato, reale e visionario, interiore ed esteriore, sazio e affamato, urlante e silente, luminoso e buio, in tre distinti movimenti che nomina: Mi fa fame, Parru sulu, M’arricuordu. In scena la patologia della fame si interseca con la rabbia dell’incomunicabilità e il dolore della memoria, in un’azione leggera e incalzante dominata dal particolare uso della sua lingua madre: il calabrese, colto nella sua vocalità arcaica.
Site e info: www.compagniakrypton.it/home.html
Teatro Argot Studio
Via Natale del Grande, 27
venerdi e sabato ore 21.00, domenica ore 17.30
tel. 06.5898111
ingresso: 8 euro
http://www.dominiopubblicoteatro.it