Non una tragedia della gelosia, ma un dramma d'amore, in cui il protagonista si trova preda di un sentimento tanto potente da fargli perdere la ragione. Così il regista Nanni Garella descrive il suo OTELLO definendolo «un grande dibattito sulla fragilità della natura umana». I numerosi temi affrontati in questa messinscena della tragedia shakespeariana, tradotta e adattata dallo stesso Garella, vanno oltre quello classico della gelosia portata alle estreme conseguenze: il pregiudizio razziale, lo scontro tra occidente e oriente, una storia che ritorna e costruisce nella mente un immaginario di guerre vicine e devastanti. A contrapporsi sono, però, in primo luogo due visioni del mondo: quella di Otello – in cui regnano bellezza e armonia, nobiltà, lealtà, amore – e quella di Iago, che disegna un mondo abietto e volgare in cui, nella totale assenza di ideologia, regna il pragmatismo più spregiudicato.
Nell’Otello di Shakespeare – scrive Garella nelle note di regia – alla fine perdono tutti, i nobili e i malvagi: Desdemona, Emilia, Roderigo assassinati, Otello suicida, Iago travolto dai suoi stessi inganni e dalle sue trame scellerate. Tutti fanno scelte sbagliate. Il mondo non ritrova il suo equilibrio, dopo l’atto estremo di Otello e il sacrificio di sua moglie: come dopo un’eclissi di sole e di luna – stralcio simbolico di una immagine barocca – l’uomo resta sotto un cielo vuoto. Nessuno ha la meglio, alla fine. In realtà, il mondo somiglia molto di più a come lo immagina Iago, ma anch’egli ne è travolto. Cosa resta, dopo gli assassini, i suicidi, il crollo della fiducia, della fedeltà e dell’amore? Probabilmente solo la notte buia, il cupo abisso in cui precipita a volte la mente umana. L’accesso di follia distruttiva e autodistruttiva, omicida e suicida di Otello, nutrita dalla menzogna e dall’infamia di Iago; e la dissoluzione di un mondo di valori, come famiglia, patria, amore, lealtà, coerenza morale. E resta solo un linguaggio sfasato e incerto, schizoide. L’unica vittoria di Iago consiste nel distruggere la poesia, l’eroismo, la grandezza del generale Otello, infrangendo le sue certezze di linguaggio, spingendolo all’afasia, al balbettio, in una sorta di eloquio spezzato che somiglia tanto al monologo interiore della letteratura moderna – di Joyce, di Beckett.
Lo spettacolo, prodotto da Arena del Sole – Nuova Scena – Teatro Stabile di Bologna, giunge a Milano, al Teatro Carcano alla sua terza tournée, avendo debuttato nel marzo 2012. Massimo Dapporto veste i panni del Moro di Venezia mentre Maurizio Donadoni è Iago.
Al Teatro Carcano di Milano
da mercoledì 8 a domenica 19 gennaio 2014
Arena del Sole – Nuova Scena – Teatro Stabile di Bologna
in collaborazione con 63° Festival Shakespeariano dell’Estate Teatrale Veronese
Massimo Dapporto Maurizio Donadoni
OTELLO di William Shakespeare
Scene Antonio Fiorentino – Luci Gigi Saccomandi – Costumi Claudia Pernigotti
Traduzione, adattamento e regia Nanni Garella
Personaggi e interpreti Otello, generale Massimo Dapporto; Iago, attendente del generale Maurizio Donadoni; Cassio, luogotenente del generale Matteo Alì; Roderigo, giovane ufficiale Jacopo Trebbi; Montano, ex governatore di Cipro Gabriele Tesauri; Desdemona, moglie del generale Angelica Leo; Emilia, moglie dell’attendente Federica Fabiani
Durata 2 ore e 5 minuti + intervallo
Orari feriali ore 20,30 – domenica ore 15,30 – lunedì riposo
Prezzi poltronissima € 34,00 – balconata € 25,00 – Studenti € 15,00/13,50
Per informazioni e prenotazioni 02 55181377 – 02 55181362
Per scuole e gruppi organizzati Progetto Teatro 02 5466367 – 02 55187234
Prevendite on-line www.vivaticket.it; www.ticketone.it; www.happyticket.it
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Mercoledì 15 gennaio 2014 ore 17,30 INCONTRO CON IL PUBBLICO
Otello: l’insidioso fascino dell’inganno
e la falsa visibilità dell’apparenza nella guerra spietata dei sessi
A cura di Enrico Groppali con la partecipazione degli attori della Compagnia (ingresso libero)
Teatro Carcano – corso di Porta Romana, 63 – Milano – www.teatrocarcano.com