Ultimo incontro “Angeli e Nuvole” con Mario Botta e Dario Fertilio, conduce Lella Costa – Palazzo Reale

Il ciclo di Incontri "Angeli e Nuvole" – alla scoperta del capolavoro di Raffaello "Madonna di Foligno" si conclude co l'appuntamento di martedì 17 dicembre. Il tema dell'incontro prende spunto dal libro La lingua degli angeli per principianti (Skira, 2006). Ne parleranno gli autori, il giornalista Dario Fertilio e l'architetto Mario Botta, moderati da Lella Costa.



L'ingresso è gratuito con prenotazione al numero verde 800700834



Dalla scheda editoriale:



"Ci sono sorrisi di santi, angeli e arcangeli sui volti delle statue nelle cattedrali. E noi non sappiamo più guardarli."

Eugène Ionesco



Questo libro nasce dall’incontro singolare fra un architetto e un giornalista – un artista e uno scrittore – entrambi attratti dal mondo misterioso degli angeli. Mario Botta infonde nuova vita alle figure alate, facendole trasmigrare dal loro contesto originale, classico, agli spazi architettonici che lui stesso ha creato in giro per il mondo. Dario Fertilio descrive il linguaggio celeste di quegli esseri superiori, proprio come farebbe l’insegnante di una lingua straniera rivolgendosi ai suoi allievi. Il risultato è insolito quanto potrebbe esserlo la mappa di una terra vergine: il lettore procede di capitolo in capitolo, di illustrazione in illustrazione, fino alla meta. Gli viene richiesto soltanto di acconsentire a mettersi in viaggio, uscendo dal territorio ben noto del senso comune. Imparare la lingua degli angeli, in cui tutte le altre si riassumono, non è cosa da poco. Che ci crediamo o no, gli angeli sono i nostri messaggeri. Qualsiasi cosa annuncino, sia sogno o presagio, può modificare le nostre vite. Non esiste religione che li ignori. Oggi, poi, ritornano di moda: proprio mentre la teologia e le chiese ufficiali sembrano averli quasi dimenticati, o per lo meno lasciati scivolare nell’ombra, i registi cinematografici li riscoprono, le loro immagini si moltiplicano su borse e magliette, nei discorsi di tutti i giorni vengono citati continuamente, sia pure in senso metaforico. In realtà gli esseri alati non hanno mai abbandonato la nostra immaginazione, e ci appaiono tanto più vicini quanto più distante e problematica si è fatta l’immagine stessa di Dio. Anche chi non crede nell’aldilà ma è in cerca di un principio spirituale, superiore, sente che in un angelo potrebbe forse riconoscersi, come in un compagno di strada abbastanza simile. Inoltre, proprio in quanto messaggeri, essi rappresentano il principio più alto della comunicazione, simboleggiano la forza del Verbo, libero da condizionamenti. Alludono a una lingua universale fatta non soltanto di parole, ma anche di gesti, segni, colori, suoni, odori, materiali e persino silenzi. Una lingua capace di affratellare ogni essere. Tutte le creature – dalle più elementari a quelle superiori – sono in relazione tra loro: proprio così pensavano gli umanisti rinascimentali, convinti che ognuna possedesse la facoltà di perfezionarsi, diventando simile agli angeli. Se questo è vero, allora il linguaggio celeste può essere compreso, studiato ed entro certi limiti fatto proprio da chiunque. Purché ne afferri l’origine: il fuoco di eros. E ne padroneggi le tecniche, come un tempo si imparava a fare attraverso la retorica, o la magia. Così, non senza un pizzico di ironia, l’ambiguo maestro che si rivolge a noi in queste lezioni (lui stesso un angelo?) ci insegna a mettere le ali, finché riusciremo a volare da soli. 

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