I libri di Olga Karasso

“IBIS”

Team 80 Edizioni – Pubblicazione 1999 – Pagine 143 – Prezzo: Є 12,50Copertina: Comunicazione “Occhio” di Alzek Misheff (1989)  Dolorosa ricerca di verità di un uomo qualunque senza pietismi né falsi preconcetti di contenuto e di stile, è il racconto dei pensieri strampalati del cervello quasi atrofizzato di una persona malata di solitudine che inizia faticosamente un viaggio mentale di riflessioni e ricordi senza alcun nesso apparente. I suoi interlocutori sono una voce misteriosa e amici e intellettuali famosi a cui riserva un carteggio nostalgico e demenziale. Il cervello è l’unico e privilegiato autore dei dialoghi.IBIS” vuole davvero essere un omaggio all’umano in genere, ma a due generazioni di inquieti idealisti del XX secolo in particolare: il viaggio mentale di una ricerca spirituale tra il groviglio delle verità umane. Volutamente frammentario l’intendimento è quello di una sottile e ironica provocazione in cui tutto è ponderato, anche le presunte ingenuità che potrebbero sconcertare ma che appartengono al reale quotidiano. E’ il grido di un lungo silenzio e di una sincera osservazione volto a spezzare la fissità e la logica di un mondo a scomparti e sotto molteplici ipnosi dove ognuno – per sopravvivere alla meno peggio – si conforma a qualche dogma e accetta mentalmente qualsiasi imperativo. Per ribellarsi non occorrerebbero né guerre né sommosse: una ribellione individuale della mente e del cuore. 

ESPERANZA”

Anima Edizioni Pubblicazione 2006 – Pagine 138 – Prezzo Є 14,50Copertina: “La ballerina” di Alzek Misheff (1999)  Il gioco della memoria con l’energia che danza. Il secondo Romanzo Psicologico con cui l’autrice si ripresenta ai lettori dopo un lungo periodo di silenzio. “Non è altro che un modestissimo spaccato di un ultimo periodo della nostra esilarante società in dissolvenza”. Inquietudine profonda di una generazione, nata nella seconda parte del XX secolo, ricca e disorientata più di quelle precedenti. Singolari velocità e modernità narrativa. Gli avvenimenti non sono presentati con linearità, anzi a farla da padrone sono le digressioni finemente allegoriche quasi metafisiche, il saltar apparentemente di palo in frasca, cosa che tiene il lettore avvinghiato alla scrittura. Spazio e tempo più che mai relativi. Simile a un film mentale – in verità tutto si svolge nella mente -, su una storia voluta normale di due grandi amici d’infanzia, Cristiano ed Esperanza, e sulle rispettive e differenti ambientazioni sociali e intellettuali che li allontaneranno. Illuminate dalla Supermemoria solo le scene “calde”, dopo che una entità o divinità – che chiameremmo energia – avrà vivamente presenziato nelle stesse al di là della loro oggettiva importanza.  Romano e Francesca, genitori di Cristiano convenzionalmente borghesi e ipocriti – Alba, moglie altolocata di Cristiano – Alfredo, psichiatra in crisi di identità. Cristiano ed Esperanza. Comparse o protagonisti tratteggiati a tutto tondo, mostrando di ognuno debolezze e punti di forza. Interrogativi sull’esistenza odierna che non si vogliono risolvere ma sollevare per porci sulla strada della consapevolezza.Per Cristiano, il cui destino interpreterà pragmatismo e successo odierni, e per l’irrequieta Esperanza, volata dietro agli ideali, la disillusione sarà diversamente cocente ma puntuale. Solo così i due amici d’infanzia potrebbero eventualmente ritrovarsi.Chiave di lettura più sottile: l’Essere, divisosi in una parte maschile con componente femminile e in una parte femminile con componente maschile, forza le stesse a separarsi per esperire percorsi diametralmente opposti sino a una loro riunione. Fusione.

 

 

UN GRADINO DOPO L’ALTRO”
Otma Edizioni – Pubblicazione 2007 – Pagine 88 – Prezzo Є 10,00Copertina: realizzazione grafica di Mario Tagliabue  Rispetto ai suoi romanzi psicologici incentrati sull’osservazione del profondo, con la poesia l’autrice può permettersi di percorrere una vena ancora più essenziale e graffiante. E’ una poesia altamente surreale e anche politica di quella politica che oltrepassa gli schieramenti, fugge dal pensiero ordinario. Oltre la storia ufficiale che ci è stata raccontata. “L’Europa pianse./ E la ripresa. / Ognuno contò i suoi morti./ Passammo anni a fare/ funerali.” Un sofferto tentativo verso una libertà dai pianificati condizionamenti mentali perché tutto è commedia, tragica commedia dei ruoli: partecipe dell’universo ma staccata in un “Semplice deliziante gusto di esserci/ senza esserci.” Leggendo le 70 liriche raccolte nel libro e che appartengono a diversi periodi della sua vita, si ha la sensazione che l’autrice sia mossa quasi dall’afflato di un pittore ribelle che usasse questa volta forti pennellate di parole per dipingere avvallamenti e ascensioni dell’anima – qualora l’anima esista – nel faticoso perfezionamento del suo tragitto di esperienze un gradino dopo l’altro in una vertiginosa scalata di una montagna brumosa di strapiombi la cui cima fosse solo intuibile. L’estremo bisogno di ritrovare l’umanità del vivere anche “fra cemento e leghe di metallo”. Un senso. Un Dio negato tra guerre e falsi attaccamenti.

"I TRENI DI ALINA"

L'Autore Libri Firenze – pubblicazione 2009 – pagine 106 – Є 10,20Copertina: Mef Studio  Il nuovo romanzo di Olga Karasso "I TRENI DI ALINA" completa, seppur in maniera diversa dai precedenti "IBIS" ed "ESPERANZA", una trilogia in cui senza reticenze Olga Karasso affronta le tematiche esistenziali alla luce di una presa di coscienza ben più ampia di una consapevolezza soggettiva. Temi attualissimi vengono trattati con ironica benevolenza, anche se in modo sottilmente crudo: dalla sporcizia dei treni alla politica che la gente avverte confusa, dal grave problema degli extracomunitari sino ai più arditi voli metafisici con riferimenti in particolare alla Romania, alla Cecoslovacchia, alla Cina, agli USA, ecc. La storia si svolge in treno in un alternarsi continuo dei capitoli tra la realtà del momento e ricordi e riflessioni al di fuori dei canoni convenzionali di spazio e tempo. Leandro, un anziano e disincantato giornalista, mentre ascolta annoiato e con aria di sufficienza i discorsi perlopiù banali e spesso inesatti dei compagni di viaggio, perfetti esemplari della società contemporanea, per strane associazioni mentali e in modo volutamente frammentario ricorda eventi personali e politici che si illuminano a giorno in un gioco senza tempo e surreale come è il gioco della memoria, dove la realtà è soltanto un punto di vista. Altri personaggi importanti sono Alina, che incarna l'irrequietezza moderna alla ricerca di un credo qualsiasi che dia un minimo senso alla vita, e l'originalissimo professore Popescu, dalla cui bocca escono verità relative inquietanti. L'elemento concettuale è dinamico: ingenera riflessione, fenomenologia di lettura rara. Lo stile della scrittrice è come di consueto rapido e conciso con immediata resa d'immagine, fedele di volta in volta alla cultura e alla tensione psichica dei vari personaggi e alla personale ricerca di come funziona il cervello prima di essersi rivestito di troppe maschere. Sfidando le regole ordinarie, Olga Karasso segue un tempo interiorizzato dove le figure di ieri e di oggi si combinano con la logica alternativa dei sogni.  

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