laVerdi: L’ORCHESTRA VERDI TRA RAVEL E STRAVINSKIJ

Stagione Sinfonica 2012-2013

giovedì 4, venerdì 5, domenica 7 ottobre 2012

Auditorium di Milano, largo Gustav Mahler

 

Ravel, Debussy, Stravinskij:

tutto il vigore sinfonico tra Otto e Novecento

 

                               Ravel

La Valse

Debussy

Printemps

Stravinskij

La sagra della primavera

 

Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi

 

 Direttore Gaetano d’Espinosa

 

Dopo il debutto della scorsa settimana con laVerdi all’Auditorium di Milano, torna il Maestro Gaetano d’Espinosa alla guida dell’Orchestra Verdi per questo quarto programma della stagione sinfonica 2012-2013. Appuntamento dunque giovedì 4 (ore 20.30), venerdì 5 (ore 20.00) e domenica 7 ottobre 2012 (ore 16.00), all’Auditorium di Milano in largo Mahler (info e prenotazioni: 02.83389401/2/3 www.laverdi.org).  

E dopo il Ravel del Bolero di due settimane prima, ritroviamo l’autore francese con l’altro grande brano che lo ha reso universalmente celebre e amato dal grande pubblico: La Valse, ovvero il valzer della tradizione viennese, nella rivisitazione originale e impressiva del compositore di Ciboure.

A completare il programma – il primo totalmente sinfonico della XX stagione de laVerdi – la suite Printemps di Debussy e la sontuosa quanto accecante e prorompente per impeto emotivo Sacre du printemps – ovvero la sagra o, piuttosto, il rito della primavera – di Stravinskij, nel centesimo anniversario della prima esecuzione, per coronare in modo coerente e coinvolgente questo stupendo affresco musicale a cavallo di Ottocento e Novecento.

 

Programma

Al di là del suo effetto trascinante, che l’ha imposta come opera sinfonica tra le più eseguite in concerto e tra le più amate dal pubblico, La valse è lo sforzo raveliano di esaltare un emblema musicale, il valzer alla Strauss, nella sua essenza dionisiaca, concependo una specie di apoteosi del valzer viennese nella cornice di una corte imperiale verso il 1855. L’opera era stata richiesta a Ravel, come balletto, da Diaghilev, che poi rinunciò all’esecuzione. Terminata nel 1920, La valse conobbe una prima esecuzione in concerto, sotto la direzione di Camille Chevillard, ai Concerts Lamoureux di Parigi, il 12 dicembre di quello stesso anno. Fu in seguito Ida Rubinstein a metterla in scena (all’Opéra di Parigi, il 20 il 20 novembre 1928), con successo esaltante.

Durante i due anni (1885-1887) trascorsi ospite di Villa Medici per aver vinto il Prix de Rome, Debussy scrisse, secondo quanto prescriveva il regolamento, almeno quattro pezzi in gran parte sconosciuti e che rappresentano l'inizio di quel suo nuovo modo di comporre che fu definito e catalogato sotto l'etichetta di impressionismo. Dell'ode sinfonica Zuleima su versi di Heine non si sa nulla, all'infuori del giudizio negativo espresso dai dirigenti del "pensionato" di Roma; un po' più conosciuta è la Fantasia per piano e orchestra pubblicata però nel 1919, dopo la morte dell'autore. Le altre due composizioni di quel periodo sono il poema Printemps, basato su una versione per canto e due pianoforti e orchestrato nel 1913 in una suite sinfonica da Henri Büsser (la prima esecuzione ebbe luogo a Parigi il 18 aprile del 1913) e il poema lirico per coro e orchestra La demoiselle élue, in buona parte composto a Parigi dopo la parentesi della "vita di caserma" trascorsa a Roma. Printemps fu scritto nel 1887, nel ricordo della "Primavera" di Botticelli ammirata da Debussy in una visita a Firenze. Naturalmente non c'è nulla di descrittivo in questo pezzo, in cui il musicista – sono le sue parole – ha voluto esprimere “la nascita lenta e sofferta di tutte le cose della natura e la maturazione progressiva che sfocia in un'esplosione di gioia, nella rinascita di una nuova vita”. Questo secondo "envoi de Rome" si lascia ammirare per la morbidezza delle sonorità e per certe notazioni costruite sulla scala pentatonica, lontane dalla tonalità tradizionalmente classica. Non per nulla gli accademici di Villa Medici non fecero buon viso a questa composizione che mostrava in modo accentuato “la ricerca dell'insolito, dello stravagante” e soprattutto vollero mettere in guardia Debussy “musicista così dotato, contro quel vago impressionismo che è uno dei più pericolosi nemici della verità nell'opera d'arte”. Printemps si articola in due movimenti, strettamente connessi fra di loro. Il primo (Très modéré) si apre con una frase melodica molto dolce e ricca di modulazioni armoniche che si richiamano alla lezione di Massenet. L'orchestra si irrobustisce e si espande con gradevoli impasti strumentali: rilevante il gioco dell'arpa e del pianoforte a quattro mani. Ritorna la frase d'inizio e, dopo lo sviluppo, tutto si spegne in un Lento molto espressivo. Il secondo movimento (Modéré) attacca con un tema dai colori vivaci e ritmicamente vibrato, tale da far pensare alla celebre partitura de La mer che sarebbe apparsa nel 1905. Una frase danzante (il tempo è Scherzando) conduce ad una esaltazione strumentale di straordinaria efficacia con un crescendo in fortissimo. L'orchestra è piuttosto densa e di ampio respiro; in essa spiccano i quattro corni in fa, i tre tromboni e il pianoforte a quattro mani. (Testo di Ennio Melchiorre)

A Le sacre du printemps, che in realtà significa rito, non sagra della primavera, Stravinskij pose mano dopo la prima rappresentazione di Petruška nel 1911 (anche se ne aveva già concepito l’idea durante la composizione de L’uccello di fuoco): il nuovo balletto fu rappresentato a Parigi il 29 maggio 1913 e suscitò un memorabile scandalo, e la partitura del Sacre divenne subito l’emblema delle avanguardie musicali del tempo. Il soggetto, dello stesso Stravinskij con il pittore Nicholas Roerich, evoca i riti primordiali della Russia pagana per l’avvento della primavera, culminanti nel sacrificio di una fanciulla che doveva danzare fino alla morte. L’apparizione del Sacre parve sconvolgere tutti i canoni della bellezza e del gusto, per l’inaudita violenza con cui vi si scatenava l’evocazione di forse selvagge e primordiali, l’irrompere di un primitivismo “barbarico” che di lì a poco sarebbe diventato una moda. La radicale novità della partitura dipende anche da una sorta di semplificazione degli aspetti melodici e armonici, a vantaggio dell’invenzione ritmica. Le melodie si riducono infatti a frasi brevi e incisive, quasi formule elementari. Il gigantesco organico, più di una volta trattato come un mastodontico strumento a percussione, si coagula in una serie di pietrificati blocchi sonori. Tutto ciò concorre a evidenziare un’invenzione ritmica di ricchezza e complessità senza precedenti. L’evocazione di un arcaico mondo mitico e ancestrale, del tutto fuori dalla storia, definisce con chiarezza le prospettive del nazionalismo stravinskiano in senso antirealistico, associabile alla cultura del decadentismo. La stilizzazione compiuta sui vocaboli di un folkore inventato (unica citazione di un materiale popolare è la celebre melodia lituana intonata all’inizio dal fagotto) ne proietta fuori dalla storia i caratteri, a definire con implacabile oggettività una condizione fatale, insieme primordiale ed eterna.

 

Biografie   

Gaetano d´Espinosa, classe 1978, è considerato uno dei direttori d´orchestra più promettenti della  nuova generazione. Nato e cresciuto a Palermo, ha studiato violino con Mihal Spinei e composizione con Turi Belfiore. In seguito si è perfezionato con Salvatore Accardo all´accademia "Walter Stauffer" di Cremona. Dal 2001 al 2008  è stato Konzertmeister della Staatskapelle di Dresda, con cui ha anche eseguito, in veste di solista, il suo Concerto per violino e orchestra d´archi sotto la direzione di Christian Arming. A questo periodo risalgono anche il suo debutto come direttore d´orchestra alla Konzerthaus di Berlino e l´incontro determinante con Fabio Luisi, che lo invita come suo assistente a Vienna e più tardi al Pacific Music Festival di Sapporo, in Giappone.

Nel maggio 2010 debutta con grande successo alla SemperOper di Dresda con La Traviata; dirige inoltre la Philharmonia di Praga, la Filarmonica di Poznan, le Orchestre da camera di Dresda e Berlino, la Brandenburgisches Staatsorchester, la Thüringen-Philharmonie e la Kremerata Baltica. È questo l’inizio di una folgorante carriera che lo porta, in meno di due anni, a essere invitato a dirigere: Kremerata Baltica, Opera de Lyon, Graz Oper, Prague Philharmonia, Poznan Philharmonic, Dresden Chamber Orchestra, Orchestra di Santa Cecilia, Roma, Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi Verdi di Milano, Orchestra del San Carlo di Napoli, Orchestra del Massimo di Palermo, Orchestra della Fenice di Venezia, Kammerorchest Berlin, NHK Symphony Orchestra Tokyo, Gunma Symphony Orchestra, Osaka Japan Century Orchestra, Tokyo Metropolitan Symphony Orchestra, Maggio Musicale Fiorentino, Opera de Limoges, Orchestre Philharmonique de Strasbourg.

D’Espinosa – al debutto con laVerdi a Milano – ha diretto l’ensemble di largo Mahler al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 2011.

Nella stagione 2011-12 debutta con due nuove produzioni all’Opera di Graz, dirigendo Otello e Maria Stuarda e dirige concerti a Praga, Trieste, Venezia, Genova, Poznan e Varsavia e una nuova produzione del Trittico a Lione.

Nel 2013 dirigerà Macbeth e Don Carlo al Teatro alla Scala di Milano.

 

 

 

Auditorium di Milano Fondazione Cariplo

Largo Gustav Mahler

tel. 02.83389.401/2/3 (orario biglietteria: a martedì a domenica 14.30 – 19.00)

Date concerti

Giovedì 4 ottobre 2012, ore 20.30

Venerdì 5 ottobre 2012, ore 20.00

Domenica 7 ottobre 2012, ore 16.00

Biglietti

Euro 31.00/23.50/18.00/13.00

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