SPETTACOLI IN ABBONAMENTO
Stagione teatrale 2011-12
Dall’ 11 al 30 ottobre
ISA DANIELI e VERONICA PIVETTI
“Sorelle d’Italia” avanspettacolo fondamentalista
drammaturgia originale di Roberto Buffagni
direzione musicale di Alessandro Nidi
Regia di Cristina Pezzoli
Dall’ 8 al 27 novembre
GIAMPIERO INGRASSIA – SIMONA SAMARELLI
“Stanno suonando la nostra canzone” di Neil Simon
Regia di Gianluca Guidi
Dal 29 novembre al 18 dicembre
MARIA AMELIA MONTI – GIANFELICE IMPARATO
“Tante belle cose” di Edoardo Erba
con
Regia di Alessandro D’Alatri
Dal 10 al 29 gennaio
LUNETTA SAVINO – EMILIO SOLFRIZZI
“Due di noi” di Michael Frayn
Regia di Leo Muscato
Dal 7 al 26 febbraio
GIANFRANCO JANNUZZO
“Cercasi tenore” di Ken Ludwig
con MILENA MICONI
Regia di Giancarlo Zanetti
Dal 6 al 25 marzo
ISABELLA RAGONESE
“La commedia di Orlando” liberamente tratto da Orlando di Virginia Woolf
con ERIKA BLANC
Regia e drammaturgia di Emanuela Giordano
Dal 27 marzo al 22 aprile
CARLO GIUFFRE’
“Questi fantasmi!” di Eduardo De Filippo
Regia di Carlo Giuffrè
Dal 2 al 21 maggio
ZUZZURRO & GASPARE
“La cena dei cretini” di Francis Veber
Regia di Andrea Brambilla
ABBONAMENTI A 8 SPETTACOLI
A POSTO FISSO E A POSTO LIBERO
IN VENDITA FINO AL 23 OTTOBRE
prezzi da €
IN VENDITA PRESSO:
Orari cassa: 10.00 – 18.00 continuato da lunedì a venerdì.
Il Teatro Manzoni
Via Manzoni 42 – 20121 Milano
Tel. 02 – 7636901 – Fax 02 76005471
Internet www.teatromanzoni.it
E-mail info@teatromanzoni.it
Via Manzoni 42 – 20121 Milano
Tel. 02 – 7636901 – Fax 02 76005471
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Generosa, anzi generosissima di proposte la stagione che anche quest’anno abbiamo messo in cantiere. Ricca e garantita com’è di forti e belle presenze attorali, di registi di alta caratura, di titoli importanti. Una stagione che premia ancora una volta i gusti e i desideri del pubblico costruita, si può vedere, su tre bei fili conduttori che sapientemente s’intersecano fra loro. Filone il primo che è quello del teatro cosiddetto di intrattenimento, capace di allietare il nostro spirito. Il secondo quello dei classici, con due autentici capolavori l’uno dell’inossidabile Eduardo, il secondo di colei che è la più grande scrittrice inglese del Novecento, Virginia Woolf. Accanto ad essi poi ad aprirsi una piccola, ma interessante vetrina sulla drammaturgia contemporanea più recente che ci parla del nostro oggi.
Ma prima, per cominciare , ecco un lever de rideau, un alzarsi del sipario del tutto singolare e perché no? necessario. Si festeggiano i 150 anni dell’Unità d’Italia e
Con il secondo appuntamento torna invece sulla ribalta
A seguire una “novità” tutta italiana di un autore che in passato già si è imposto anche al Manzoni: “Tante belle cose” di Edoardo Erba. Una commedia fresca, intelligente, pulsante di energia e comicità che si avvale dell’interpretazione della spiritosa e frizzante Maria
gustosissimi che Edoardo Erba giostra assai bene sul doppio piano della commedia brillante e del dramma psicologico per parlarci di un fenomeno sociale che si sta diffondendo anche in Italia. Uno spettacolo che Alessandro D’Alatri, da esperto regista, fa volar via come una fiaba del nostro tempo.
Una commedia che sicuramente non è da perdere è anche “Due di noi” di Michael Frayn, l’autore, tanto per non dimenticare, di “Rumori fuori scena”. Un maestro dell’ironia e del nonsense, sempre capace di coinvolgerci nei suoi meccanismi a orologeria che non danno tregua. E a provarlo anche “Due di noi” che fu la sua commedia d’esordio (1970). Un titolo che racchiude tre atti unici studiati alla perfezione perché siano recitati da un’unica coppia d’attori, costretti continuamente a mutar di ruolo e a dar vita, soprattutto nell’ultimo atto, a un vorticoso crescendo di equivoci fino al paradosso finale. Da noi già venne interpretata da Marina Confalone e Gianpiero Bianchi, dalla coppia Marchesini-Solenghi e, più recentemente da Milvia Marigliano e Antonio Catania per la regia di Massimo Navone. Sulla scena questa volta un’altra coppia di grido formata dai popolarissimi e televisivi, ma soprattutto bravi, Lunetta Savino e Emilio Solfrizzi. Valore aggiunto dello spettacolo la regia di Leo Muscato.
Un altro atteso appuntamento con
E arriviamo allo spettacolo che è forse la punta di diamante della stagione. E perché la protagonista è una giovane attrice lanciatissima nel firmamento teatrale e cinematografico, Isabella Ragonese, e perché esso nasce da uno dei romanzi più singolari della letteratura inglese, diventato subito un classico. Siamo a “La commedia di Orlando” liberamente tratta dal capolavoro di Virginia Woolf (1928). Un racconto fascinoso e un romanzo-puzzle “Orlando”. Ne venne tratto anche un film con Tilda Swinton (1992). Qui Orlando, un personaggio enigmatico in cui si cela una presenza ora femminile e ora maschile, che trapassa quattro secoli di passioni travolgenti e cupe delusioni alla ricerca di una possibile felicità, ha il volto invece di Isabella Ragonese pronta alla grande sfida guidata dalla mano sicura di
A prendere subito dopo il posto agli incantesimi cui va incontro Orlando saranno i “fantasmi” del grande Eduardo. E a farli risorgere è quello straordinario attore che è Carlo Giuffrè. Lavoro di arguta moralità (è da mettere sicuramente fra i capolavori del drammaturgo napoletano), “Questi fantasmi!” (1945) fu anche la sua prima commedia a essere rappresentata all’estero, a Parigi. Nel 1967 Leonardo Castellani ne trasse anche un film, con la Loren e Gassman. La commedia vive tutta di delicata poesia e di grandi sfumature psicologiche e sulle nostre scene, con successo, ebbero a riprenderla anche
E siamo all’ultimo appuntamento con una commedia che è un invito a liberarci dalle nostre preoccupazioni. E’ sufficiente il titolo per capirlo: “La cena dei cretini”. La pièce è del francese Francis Veber, uno che conosce bene le regole e i trucchi per farci divertire, ma divertire con finezza. Un gruppo di amici, ricchi e annoiati, ogni mercoledì sera organizza per tradizione la cosiddetta “cena dei cretini” alla quale ogni partecipante deve portare un personaggio giudicato stupido, per poi riderne sadicamente per tutta
Una stagione variegata e stuzzicante, nel segno della brillantezza e della serietà, da sempre caratteristiche del nostro modo di far teatro.